“Piano di pace eterna”: Trump e Netanyahu siglano l’Accordo per Gaza


La Casa Bianca è stata teatro di un annuncio storico questo lunedì sera. Infatti, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, hanno tenuto una conferenza stampa congiunta al termine del loro incontro bilaterale.

Al centro dell’attenzione: un nuovo e controverso piano di pace per Gaza. Secondo Trump e Netanyahu, esso rappresenta una possibilità “unica” per una “pace eterna in Medio Oriente”.


Il Presidente Trump, nel presentare la proposta, ha espresso il suo ringraziamento a Netanyahu. Ha lodato Netanyahu per aver “accettato il piano e per aver creduto che insieme possiamo porre fine alla morte e alla distruzione che abbiamo visto per così tanti anni”. Il piano è stato sviluppato anche grazie alla collaborazione di paesi arabi, musulmani e alleati europei. Esso ruota attorno a due pilastri fondamentali: la liberazione immediata degli ostaggi e il disarmo completo di Hamas.

Il cuore del cosiddetto “Piano Usa per Gaza” è stato accettato in linea di principio da Netanyahu. Egli lo ha definito soddisfacente per gli obiettivi di guerra di Israele.

I dettagli emersi dalla conferenza stampa includono:
Liberazione Ostaggi e Cessate il Fuoco: La proposta prevede il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza. Ci sarà un’accelerazione che Trump ha indicato come “non oltre 72 ore” dall’accettazione. A questo seguirebbe un cessate il fuoco concordato.

Smantellamento di Hamas: Netanyahu ha ribadito che il piano “smantellerà le capacità militari di Hamas e il suo governo politico. Questo garantirà che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele”.

Sicurezza a Gaza: Il ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia sarà proporzionale al disarmo di Hamas. Cruciale il punto in cui Netanyahu ha sottolineato che Israele “manterrà la responsabilità della sicurezza. Questo include un perimetro di sicurezza, per il prossimo futuro” a Gaza.

Amnistia e Riforma: Trump ha accennato alla possibilità di un’amnistia per i membri di Hamas che “rinunciano alle armi”. Ha anche menzionato un possibile futuro Stato Palestinese solo dopo riforme che ne garantiscano la stabilità e la sicurezza di Israele.

Il momento di maggiore tensione si è registrato quando i due leader hanno lanciato un chiaro ultimatum ad Hamas.
“Se Hamas rifiuta l’accordo, sosterrò Israele per finire il lavoro,” ha dichiarato Trump. Ha promesso il “pieno appoggio” degli Stati Uniti a Israele per “completare il lavoro di annientamento della minaccia di Hamas”. Netanyahu ha fatto eco al monito: “Se Hamas respinge il suo piano, signor Presidente… allora Israele finirà il lavoro da solo”.

Le prime reazioni da Gaza non si sono fatte attendere. Hamas ha definito l’accordo “inaccettabile”, in particolare per la sua presunta inclinazione verso la prospettiva israeliana. Hamas ha dichiarato di non accettare Tony Blair come potenziale “garante” dell’intesa, figura ritenuta non neutrale. Il gruppo ha insistito sul fatto che “non accetteremo alcuna proposta che non includa l’autodeterminazione del popolo palestinese”.

La conferenza stampa si è conclusa senza una sessione di domande e risposte. Netanyahu ha commentato: “Prima chiudiamo l’accordo e poi ci sarà tempo per rispondere alle domande”. L’attenzione ora si sposta sulla risposta definitiva di Hamas al piano. Un rifiuto segnerebbe il ritorno a una potenziale intensificazione delle ostilità.

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