Secondo un sondaggio commissionato dalla Confcommercio l’82,7% dei romani vorrebbe le olimpiadi a Roma. Ma una ricerca di Oxford condotta sulle olimpiadi organizzate dal 1960 a oggi ha mostrato come i costi dei giochi siano lievitati mediamente del 172%
Atri dati mostrano come dopo le olimpiadi i ceti sociali medio bassi sono costretti a lasciare la città per la speculazione immobiliare
Ritorna alla ribalta il dibattito sulle olimpiadi a Roma. Un recente sondaggio realizzato dalla Confcommercio ha rilevato come i cittadini romani siano favorevoli ad ospitare la manifestazione. Secondo l’indagine realizzata da Format Research e intitolata “L’opinione sui grandi eventi: modello di sviluppo di Roma Capitale”, l’82,7% dei romani vorrebbe una nuova occasione per i giochi olimpici nella capitale. L’85,3% dei cittadini crede che le opere pubbliche necessarie per lo svolgimento della manifestazione saranno costruite in tempo. Per il 76,7% degli intervistati poi, la mancata candidatura alle olimpiadi di Roma è stata penalizzante per il rilancio economico della capitale. Le persone contrarie ai giochi (l’11,3% dei cittadini interpellati ndr) secondo il sondaggio sarebbero preoccupate principalmente per le ripercussioni dell’evento sportivo sul traffico e sui parcheggi.
Il presidente del Coni Malagò, intervenuto alla presentazione dell’indagine della Confcommercio ha affermato che: “Roma non può assolutamente permettersi di non prendere in considerazione i grandi eventi, perché ha una vocazione genetica per essi. Sono occasioni che servono anche per valorizzare aree periferiche, e vorrei ricordare che gli ultimi lavori importanti qui sono stati fatti per Roma 1960. Dire che è una vergogna è dire poco“.
Malagò rispetto alla possibile candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2036 ha però frenato: “Tra quanto potremo immaginare nuove Olimpiadi a Roma? Se accadrà tra 30-40 anni non sono in grado di prevederlo, ma nel breve-medio termine è un’ipotesi tramontata. Il Cio ora gioca d’anticipo con le Olimpiadi estive, hanno già assegnato quelle del 2032 a Brisbane“. Il presidente del Coni ha concluso affermando che: “Un grande Paese, che non ha mai i Giochi, è molto interessato e credo che abbia sicuramente tutti i diritti“.
Sulle olimpiadi grava però l’incertezza dei costi
Nonostante l’entusiasmo per i giochi i benefici economici dei giochi però non sono sempre chiari, soprattutto per le casse dello stato. Secondo uno studio condotto dall’università di Oxford i costi per realizzare le olimpiadi che vanno dal 1960 al 2016 sono levitati mediamente del 172%.
Nel 2012 il governo Monti bocciò la proposta delle olimpiadi a Roma nel 2020. L’ex presidente del Consiglio motivò la scelta di non presentare la candidatura perché la correlazione tra costi e benefici non era chiara. E spiegò che il paese che si candidava doveva fornire garanzie finanziarie e avrebbe dovuto sostenere un eventuale deficit della manifestazione. In qual caso a influenzare la decisione del governo furono, oltre alla crisi economica italiana, anche i precedenti di Atene e di Londra. L’aumento dei costi per realizzare gli impianti per le olimpiadi e per la sicurezza della manifestazione fu uno dei motivi che determinarono l’aumento del debito pubblico greco destinato a crollare pochi anni dopo in seguito alla crisi generata dai mutui subprime. Anche la cifra spesa per organizzare i giochi nella capitale inglese aumentò in maniera esponenziale. Le previsioni del 2005 stimavano un costo di 2,37 miliardi di sterline, che aumentò a 9,3 miliardi nel 2007, e arrivò a una cifra stimata intorno ai 20-25 miliardi di sterline. Le ultime olimpiadi di Tokyo hanno confermato la tendenza al rialzo dei costi di organizzazione della manifestazione. Il progetto iniziale del 2013 prevedeva un esborso di 5,1 miliardi di euro, che è alla fine salito a 10 miliardi di euro.
Nelle città che ospitano le olimpiadi i ceti sociali medio bassi sono costretti a lasciare la città
L’organizzazione delle olimpiadi poi ha causato spesso l’espulsione dalla città che ospitava i giochi i ceti sociali meno abbienti a causa della speculazione edilizia. Ad Atlanta nel 1996 30.000 persone hanno dovuto lasciare la città . Stessa sorte per 720.000 persone che sono andate via da Seoul poco prima delle olimpiadi del 1988 e per gli abitanti del quartiere popolare di Vila Autodromo a Rio de Janeiro. Anche a Londra la riqualificazione della zona orientale della città dove sono sorti gli impianti per i giochi del 2012 non è andata a buon fine. Dopo 10 anni dalle olimpiadi dei 30-40.000 nuovi alloggi a prezzi accessibili per tutti che erano stati annunciati ne sono stati realizzati solamente 13.000. E unicamente l’11% degli alloggi costruiti erano accessibili per i redditi medio bassi.
Nelle quattro aree dove era stato costruito il sito 75.000 persone intanto aspettano l’assegnazione di una casa popolare.
Marco Orlando