La e-Safety Commissioner, commissione di sicurezza australiana, nata per vigilare sulla sicurezza degli utenti di internet, ha lanciato accuse nei confronti di Apple e Microsoft, ree, ad avviso dell’organismo di controllo, di non agire in maniera adeguata per proteggere i più giovani che hanno accesso alle loro piattaforme. La commissione ha recentemente avuto la possibilità di ottenere informazioni dai colossi del web in maniera più approfondita, compresi i dati forniti da Apple e Microsoft in materia di controllo riguardante materiale riguardante abusi su minori presenti nei rispettivi portali di archivio, cioè iCloud e OneDrive. Il rapporto della commissione conferma, inoltre, che nessuna delle due aziende utilizza una tecnologia capace di rilevare streaming in diretta di abusi sessuali su bambini trasmessi da servizi come Skype e Microsoft Teams per Microsoft e da FaceTime per la Apple. Le risposte date dai rappresentanti di entrambi i giganti della tecnologia mondiale sono state ritenute insoddisfacenti. Il commissario Julie Inman Grant ha dichiarato: “Siamo allarmati e sempre più preoccupati da questa situazione, specialmente per il mancato uso di tecnologie già ampiamente a disposizione di aziende di questa portata e in grado di rilevare materiale pedopornografico o inadeguato. Né Microsoft né Apple tentano nemmeno di indagare su casi già confermati. Si tratta di due delle più grandi e ricche realtà nel mondo della tecnologia che, di fatto, si girano dall’altra parte e non fanno nulla per proteggere le persone più fragili della nostra società dai malintenzionati”. Un portavoce di Microsoft ha rilasciato dichiarazioni riprese da Reuters, con cui spiega l’impegno profuso nel cercare soluzioni sempre nuove per prevenire forme di proliferazione di questo tipo di materiale, dato il moltiplicarsi di fattori di rischio per i minori che entrano su una piattaforma web.