Sindacato chiede un incontro con il ministro della Giustizia
Il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, esprime “apprezzamento per l’arresto oggi a Roma, in zona Termini, del terzo detenuto evaso domenica dal carcere minorile di Casal del Marmo (gli altri due erano stati fermati ieri). Ma quel che è avvenuto decreta che il sistema della pena minorile è da rifondare perché è stato ed è gestito in maniera fallimentare: ora mi auguro che vengano raccolti i nostri appelli che da decenni lanciamo per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni”. Capece evidenzia che “l’Istituzione penitenziaria minorile ogni giorno svolge delicati compiti istituzionali ed ha bisogno di essere guidata da una persona che si senta compenetrato nella funzione di capo del Corpo di Polizia Penitenziaria: i burocrati non servono”.
“Il Sappe vuole dare il proprio contributo costruttivo e per questo auspica di potere incontrare a breve il Guardasigilli, per sollecitare tutele ai poliziotti per contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano tante, troppe, volte all’interno dei penitenziari per adulti e minori, anche valutando l’opportunità di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto che sono stati la causa principale della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere. – prosegue Capece – “Le carceri sono nel caos perché a questo hanno portato anni di ipergarantismo, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti.”.
E, infine il sindacalista si rivolge direttamente a Carlo Nordio: “Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, specie di quelli destinati ai detenuti minori”.