Lavoro: Rapporto, cresce offerta da piattaforme digitali, ma è allarme precarietà e bassi salari.

La ricerca Fairwork Italia sull’economia di piattaforma, migliaia i lavoratori impegnati in vari servizi e professioni legate a questo campo

“Le opportunità di lavoro offerte dalle piattaforme digitali sono in costante crescita in Italia e si stima siano migliaia i lavoratori impegnati in vari servizi e professioni legate a questo campo, con mansioni notevolmente diverse, che spaziano dai servizi di consegna e ride-sharing ai servizi domestici e di assistenza. Questa tendenza ha un impatto significativo sull’economia, stimolando la creazione di posti di lavoro e l’innovazione nella produzione e distribuzione dei servizi. Tuttavia, permangono preoccupazioni circa la stabilità dei posti di lavoro, i bassi salari e la mancanza di potere contrattuale nei confronti dei datori di lavoro”. Così Andrea Ciarini, del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche de ‘La Sapienza’ di Roma, spiega i risultati del Rapporto Fairwork Italia sull’economia di piattaforma, primo nel suo genere, curato dallo stesso Dipartimento dell’ateneo romano.

La ‘Sapienza’, con Ciarini quale ‘principal investigator’ che ha curato il Rapporto nazionale, è referente per l’Italia di un progetto internazionale di studio e mappatura del lavoro su piattaforma coordinato centralmente dall’Università di Oxford, grazie a una rete globale di ricercatori ed esperti di economia delle piattaforme provenienti da 38 Paesi e 5 continenti.

Seguendo una metodologia condivisa tra i partner del progetto Fairwork, il lavoro di ricerca ha analizzato e valutato, alcune tra le principali piattaforme operanti nel food delivery e nella cura e servizi domestici in Italia. Il processo di assegnazione dei punteggi ha incluso una fase di ricerca desk e una fase legata a interviste con i lavoratori e i gestori delle piattaforme sulle loro esperienze e condizioni di lavoro.

Secondo il Rapporto solo due piattaforme (Jobby e Just Eat) sono state in grado di dimostrare di garantire ai propri lavoratori un salario pari o superiore al minimo stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale di settore. Jobby assume i suoi lavoratori con contratti a chiamata, il che consente loro di percepire salari superiori a quelli stabiliti dagli accordi nazionali di settore. Just Eat assume direttamente i suoi corrieri e quindi segue le tariffe minime stabilite dagli accordi di settore e aziendali. Secondo i nostri risultati, i lavoratori delle altre piattaforme ottengono retribuzioni inferiori al salario orario minimo al netto dei costi.

Tutte le piattaforme, tranne Helpling, sono state in grado di dimostrare che offrono protezione contro i rischi e gli infortuni sul lavoro e che è disponibile un’assicurazione di base contro gli infortuni. Deliveroo, Glovo, Jobby e Just Eat forniscono gratuitamente i dispositivi di protezione individuale e li sostituiscono prontamente senza pagare. Helpling non ha potuto dimostrare di fornire un’efficace rete di sicurezza (cioè un supporto per le questioni di salute e sicurezza) ai lavoratori.

E secondo il Rapporto tutte le piattaforme hanno potuto dimostrare di fornire termini e condizioni chiare, trasparenti e accessibili. Di queste, solo i termini e le condizioni di JustEat hanno dimostrato di riflettere realmente la natura del rapporto tra la piattaforma e i suoi lavoratori, grazie alla presenza di un accordo a livello aziendale. Questa può essere considerata una buona pratica nella platform economy italiana, in quanto riflette chiaramente la natura del rapporto tra la piattaforma e i suoi lavoratori.

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