Ogni 25 Ottobre a partire dal 1998 si celebra il World Pasta Day.
E’ una celebrazione nata con l’obiettivo di diffondere i benefici di un alimento sano appartenente alla dieta mediterranea. La pasta è riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco oltre ad essere simbolo indiscusso di italianità e convivialità.
In occasione di questa data di celebrazione abbiamo intervistato la Dottoressa Serena Missori, endocrinologa e diabetologa, autrice di diversi libri bestseller tra cui “La dieta per glicemia e insulina con il Metodo Missori-Gelli®” e del nuovo volume, presto in libreria, “Stop reflusso e gastrite” (Edizioni Lswr). per capire come questo alimento può aiutarci a mantenerci in salute e per sfatare tutti i potenziali falsi miti.
– Dottoressa Missori quando possiamo mangiare la pasta? Se consumata la sera, ci fa ingrassare?
La pasta può essere mangiata sia a pranzo che a cena. Quindi si, possiamo consumarla anche di sera soprattutto in situazioni di stress, insonnia, o se si è soggetti alle vampate della menopausa o ai dolori della sindrome premestruale. Infatti, la pasta favorisce la sintesi di serotonina. Quindi avremo una sensazione di rilassamento e un sonno migliore. Inoltre, se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l’aumento di peso. Quindi no, la pasta a cena non fa ingrassare.
Inoltre, occorre ricordare che le diete in cui è prevista una forte riduzione dei carboidrati sono fallimentari. È meglio optare per una dieta equilibrata che preveda le giuste quantità di pasta, ma anche pane e riso, in base al proprio fabbisogno. Solo in questo modo sarà possibile perdere peso in maniera sana e con effetti duraturi.
– Può essere inserita anche nelle diete di chi soffre di squilibri di glicemia e insulina?
Si, assolutamente. Il segreto è saperla cucinare e condire nel modo giusto. E scegliere quella più adatta per questa situazione. Gli spaghetti, per esempio, hanno un basso indice glicemico e sono adatti anche ai diabetici.
Come cottura, vanno evitate quelle troppo prolungate, che fanno innalzare l’indice glicemico e rendono gli amidi della pasta più facilmente assimilabili.
Infine, consumare della verdura sia prima che dopo aver assaporato il piatto di pasta, crea una sorta di paracadute per l’assorbimento degli zuccheri, impedendo un’impennata della glicemia. Si consiglia di consumare verdura cruda prima della pasta, mentre a fine pasto è meglio optare per la verdura cotta.
– Come sceglierla? E come va cucinata?
È meglio prediligere la pasta di grano duro, meglio se è integrale.
Deve essere cucinata al dente perché porta più senso di sazietà e ha un indice glicemico più basso. Inoltre, se si opta per la pasta integrale, avremo nel nostro piatto un carboidrato a lento rilascio. Per carboidrati a lento rilascio si intendono carboidrati che mantengono stabile il livello di zuccheri nel sangue e forniscono energia in modo costante, permettendo all’organismo di assorbirli e usarli lentamente.
– È vero che può anche darci una carica di proteine?
Sì. Pensiamo alla carbonara: grazie alle uova e alla pancetta avremo anche una parte proteica nel nostro piatto. Quindi, concediamoci ogni tanto anche questa tipologia di ricetta più golosa.