Dopo quattro anni Lucrezia Sarnari, blogger e giornalista è tornata in libreria con un romanzo degno di nota dal titolo “Mia madre mi fa impazzire”, edito da People, tutto al femminile con tre protagoniste d’eccezione alle quali sarà inevitabile affezionarsi.
Piera, Elena e Carlotta sono rispettivamente nonna, madre e figlia che per risolvere alcune controversie famigliari e soprattutto comprendere alcune dinamiche relazionali decidono di partecipare ad una terapia famigliare presso lo psicoterapeuta Battaglia. Nello studio del dottor Battaglia tutte e tre inaspettatamente per Carlotta, che è stata quella tra le tre a proporre questa potenziale soluzione, si ritroveranno per la prima volta a svelare stati d’animo, emozioni e vicende famigliari che per tanto tempo erano rimaste celate o mascherate sotto un facile benessere di facciata.
Al di là del ruolo di “madri”
Piera e Carlotta si spoglieranno del loro ruolo di mamme per rivelare quello che erano quando erano “figlie” come Carlotta. Solo così quest’ultima imparerà a conoscere davvero le due donne e a comprendere determinate scelte di vita e soprattutto alcuni comportamenti e atteggiamenti nel quotidiano. La quasi maggiorenne Carlotta si rispecchierà nei racconti della nonna e di sua madre per rintracciare parti del proprio essere, ed acquisire la consapevolezza che la perfezione è pura utopia e che una madre prima di essere tale è stata una figlia e soprattutto continua ad essere una donna.
Alla scoperta della genitorialità
Attraverso “Mia madre mi fa impazzire” Lucrezia Sarnari ci conduce alla scoperta della genitorialità in una maniera inedita ed esemplare colorita di personaggi particolari e ricchi di personalità come la sessantasettenne Piera che dopo la morte di suo marito vuole recuperare tutto il tempo perso a dare importanza al giudizio altrui piuttosto che vivere intensamente la propria esistenza facendo scelte e compiendo azioni in coerenza con ciò che si è.
La storia delle tre donne di questa famiglia, che sembra disfunzionale, in realtà ci tocca tutti in prima persona perché analizza il rapporto tra madri e figlie aiutando il lettore ad acquisire consapevolezze che spesso ci sfuggono e sulle quali non si può fare a meno di riflettere per poter condurre esistenze serene e soprattutto centrate sul benessere personale che inevitabilmente irradia in positivo anche i componenti della famiglia.
L’amore genitoriale
“(…) un genitore ama senza condizioni. La cosa buffa è che un figlio da un genitore pretende la perfezione, ma inizia ad amarlo davvero veramente solo quando capisce quello che è davvero: una persona”, scrive la Sarnari nel suo romanzo nel quale affronta la tematica dell’amore genitoriale, una forma di amore incondizionata, forse la forma di amore più pura e assoluta che ci sia al mondo. Un genitore ama senza aspettarsi nulla dal proprio figlio. Ciò che vorrebbe per lui è che fosse felice, come nel caso di Piera ed Elena una madre farebbe di tutto per donare la serenità a i propri figli spesso sacrificando parti di sé stessa pur di risparmiare sofferenze ad essi.
È un comportamento che viene naturale. Questo romanzo ci fa capire che non esistono “famiglie normali” perché ciò che per noi potrebbe sembrare “normale” per qualcun altro parrebbe “disfunzionale” o viceversa. I genitori non sono esseri perfetti, e come noi figli, commettono errori, non smettono mai di mettersi in gioco, di sperimentare e vivere a pieno la propria vita al di là del ruolo dell’essere genitore.
Accettare ciò e perdonare le proprie “parti esiliate” è un punto di partenza per venirsi incontro e per scoprire che oltre ad una madre c’è una donna con i suoi sentimenti, stati d’animo e un mondo tutto da esplorare dal quale si può apprendere tanto sul proprio modo di abitare il mondo. Un romanzo ispiratorio, scritto ad arte dalla Sarnari, che con una punta d’ironia ci presenta una tematica complessa in una maniera memorabile e affascinante.