“Inclusione e sostegno sono le nostre parole d’ordine”. Intervista a Rossella Vitali, governatore del Distretto 108 Ib4 Milano

Contrastare la dispersione scolastica è uno degli obiettivi che ci si pone delle periferie delle grandi città italiane come Milano.

Nel quartiere Gratosoglio (Municipio 5) grazie a una rete di volontari che seguono i ragazzi nel dopo scuola con attività di aiuto compiti e laboratori di piccolo artigianato, promozione dell’inclusione sociale attraverso la distribuzione di testi e materiale scolastico dedicato soprattutto ai ragazzi con dislessia ci si è posti l’obiettivo di dar vita ad una serie di interventi finalizzati al contrasto delle nuove povertà rivolte in particolare ai giovani in età scolare. Numerose sono le collaborazioni che il Distretto ha attivato con le associazioni di volontariato, le scuole e le parrocchie del territorio al fine di creare una rete sociale efficiente e collaborativa.

In questa intervista Rossella Vitali, Governatore distrettuale del Distretto 108 Ib4 Milano città Metropolitana, ci parla nel dettaglio degli obiettivi e delle azioni concrete attivate per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico nelle periferie più svantaggiate di Milano.

Com’è la situazione nelle periferie di Milano quando si parla di dispersione e abbandono scolastico?

Nonostante l’impegno delle istituzioni e delle associazioni, tra cui certamente noi Lions, la situazione presenta ancora sacche di grave degrado. La dispersione scolastica è un elemento di un quadro complesso che vede molti giovani di fatto “per strada”.

Quanto è importante contrastare questi due fenomeni sociali nelle periferie di Milano? Quali conseguenze si teme di più?

È importante agire come rete sociale perché anche piccoli gesti, piccoli interventi come un supporto nel doposcuola, o l’aiuto compiti, possono portare grandi risultati. Tra le conseguenze peggiori dell’abbandono scolastico ovviamente c’è il mancato inserimento di questi ragazzi nel tessuto sociale con conseguente avvicinamento, più facile, alla micro criminalità.

Come si può apportare concretamente il cambiamento nelle periferie milanesi secondo lei?

Crediamo nella sinergia: istituzioni, associazioni, scuola e famiglie. Laddove le famiglie, anche per ragioni sociali, sono carenti, la società deve essere presente in ogni sua forma.

A chi si rivolgono i nuovi progetti che avete attivato nei quartieri Gratosoglio, Niguarda e Galaratese?

A ragazzi delle medie inferiori e superiori ma anche ai ragazzi che hanno difficoltà o disagi. Ci vengono segnalati da scuole e parrocchie e noi siamo li per rispondere con una rete di volontari.

Che tipo di obiettivi vi siete posti?

Prima di tutto vogliamo dare ai ragazzi delle opportunità di crescita attraverso momenti di condivisione, ma anche di lavoro o studio. Insomma, vogliamo creare le condizioni perché passino meno tempo possibile in strada.

Quanto è importante contare su una squadra e una rete collaborativa nel perseguire questi obiettivi?

È fondamentale e infatti i nostri progetti sono tutti realizzati in collaborazione con scuole e parrocchie.

Un consiglio che darebbe ad un giovane che vuole fare il volontario in questo tipo di progetti….

Aiutare i ragazzi restituisce tantissimo, a volte molto più di quello che si da.