Il politologo Cosimo Ceccuti loda l’intelligenza e la misura della premier durante l’omaggio al Sommo Pontefice
Il funerale di Papa Francesco a Roma si è trasformato in un banco di prova per i leader mondiali, chiamati a mostrare rispetto e dignità in un momento di profondo cordoglio. Tra loro, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha colpito per la sua sobrietà e il comportamento da autentica statista, senza mai cercare protagonismo, come ha sottolineato lo storico e politologo Cosimo Ceccuti in un’intervista all’Adnkronos.
Secondo il professore emerito dell’Università di Firenze e presidente della Fondazione Spadolini, “pur essendo per certi aspetti la padrona di casa – i funerali si sono svolti a Roma – Meloni non ha mai fatto sentire la sua preminenza rispetto agli altri capi di Stato e di governo. Al contrario, si è mossa con correttezza, intelligenza e misura, dimostrando un’eleganza istituzionale rara in eventi di tale portata”.
Ceccuti ricorda che tutti i leader presenti – da Donald Trump a numerosi presidenti e primi ministri – avevano un solo obiettivo ufficiale: “partecipare alla Messa e rendere omaggio al Pontefice, non tessere trattative politiche”. Tuttavia, la possibilità che sotto il “mantello spirituale” di Papa Francesco possano nascere colloqui informali proficui è stata accolta con favore: “Se da questi incontri emergeranno buoni frutti, tanto meglio”, commenta il politologo.
Un contesto globale segnato da crisi economiche e una ricerca di valori
L’occasione ha avuto un’eco particolare in un mondo che attraversa tensioni economiche, dall’inflazione galoppante ai mercati in subbuglio, e crisi di valori, con crescente disaffezione verso le istituzioni e il senso di comunità. In Europa, molte democrazie sono messe alla prova da sfide interne – disoccupazione, disuguaglianze sociali, ondate migratorie – mentre sul piano internazionale si moltiplicano le tensioni geopolitiche.
In questo scenario, la sobrietà di Meloni assume un significato simbolico: rappresenta il richiamo a una politica meno spettacolarizzata e più orientata alla sostanza, alla solidarietà e alla ricerca di soluzioni condivise. Ceccuti osserva che, in un’epoca in cui “i leader a volte inseguono visibilità personale a scapito del bene comune”, l’atteggiamento della premier italiana “segnala la possibilità di tornare a un esercizio del potere fondato su responsabilità e rispetto reciproco”.
Sobrietà come risposta alla sfiducia nelle istituzioni
La platea di Piazza San Pietro – composta da capi di Stato, diplomatici e migliaia di fedeli – era uno specchio delle tensioni globali. Mentre alcune capitali europee registrano proteste contro le politiche di austerità o la frammentazione politica, il gesto di Meloni ha offerto un’immagine di compattezza e di attenzione verso i più deboli, in linea con l’eredità del Papa della pace.
Nell’articolato mosaico delle alleanze internazionali, la scelta di non enfatizzare la propria presenza ha evitato il rischio di strumentalizzare una cerimonia sacra per fini partitici o personali. Anzi, ha rafforzato la credibilità italiana agli occhi di partner e opinione pubblica, in un momento in cui la fiducia nelle élite è più che mai vacillante.
L’eredità spirituale e civile di Papa Francesco
Infine, nel ricordare la figura di Papa Francesco, Ceccuti sottolinea come la richiesta di “cura per i poveri e gli emarginati” sia ancora oggi un faro nel buio delle crisi economiche. “La sua visione – spiega il politologo – invitava i potenti a non dimenticare l’umanità comune che ci lega, anche quando si parla di politica globale”. Quel messaggio, incarnato dalla sobrietà della premier, resta una lezione per chiunque aspiri a guidare con empatia e responsabilità.
