Recensione de “La Sindrome di Gaza” di Maria Grazia Gagliardi


“La Sindrome di Gaza” di Maria Grazia Gagliardi, pubblicato da Edizioni Astarte, è un romanzo che scava profondamente nell’animo umano

portando alla luce le cicatrici invisibili lasciate da traumi profondi e ingiustizie.

Attraverso la storia del suo protagonista, segnato non solo dalle vicende esterne ma anche da un debilitante bruxismo,

il libro ci conduce in un viaggio doloroso ma necessario.
La sua autrice Maria Grazia Gagliardi emerge come una voce sensibile e attenta alle dinamiche psicologiche e sociali.

La sua scrittura, come traspare dalle prime impressioni e presentazioni del libro, è intensa e capace di rendere palpabile la sofferenza dei suoi personaggi.

“La Sindrome di Gaza” sembra confermare questa sua capacità, affrontando temi complessi con delicatezza e profondità.

Il bruxismo del protagonista non è un semplice tic nervoso, ma si configura come una somatizzazione di un disagio interiore radicato.

Come spesso accade in situazioni di forte stress e ansia, il corpo diventa il depositario di un dolore che la mente fatica ad elaborare.

Questa manifestazione fisica aggiunge un ulteriore livello di lettura al personaggio, rendendolo ancora più umano e vulnerabile.

Il digrignare dei denti nel sonno e, forse, anche nella veglia, diviene una metafora silenziosa della tensione, della rabbia repressa e del senso di impotenza che lo pervade.

Il titolo stesso, “La Sindrome di Gaza”, evoca immediatamente una realtà di sofferenza prolungata e di ingiustizia.

Gaza è un territorio martoriato, dove la popolazione civile vive da anni in condizioni estreme, sotto blocco e spesso vittima di conflitti armati.

La “sindrome” a cui fa riferimento il titolo suggerisce una condizione di trauma collettivo, una ferita profonda che segna non solo il corpo ma anche la psiche di chi la vive.

Parlare di Gaza vuol dire parlare di “guerra ingiusta” come la definiva Papa Francesco ed è inevitabile di fronte a questa narrazione.

La definizione di guerra ingiusta è complessa e dibattuta, ma generalmente si riferisce a un conflitto che viola principi etici fondamentali,

come l’assenza di una causa giusta, l’uso sproporzionato della violenza contro i civili, o la mancanza di legittima autorità.

La situazione a Gaza, con le sue ripetute escalation di violenza, le perdite civili e le precarie condizioni di vita,

solleva interrogativi profondi sulla giustizia e sulla moralità dei conflitti.


Il libro di Maria Grazia Gagliardi, attraverso la lente della sofferenza individuale del suo protagonista,

ci invita a riflettere sulle conseguenze umane dei conflitti e delle ingiustizie globali.

Non si tratta solo di raccontare una storia personale, ma di gettare luce su una realtà più ampia,

dove il dolore fisico ed emotivo si intrecciano indissolubilmente. “La Sindrome di Gaza” è, dunque, una lettura intensa e toccante,

che stimola la riflessione e la consapevolezza su temi cruciali del nostro tempo.

Un libro che merita di essere letto per la sua capacità di umanizzare il dolore e di ricordarci l’importanza di non rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze altrui.