Il Cardinale Dolan rivela i segreti che hanno plasmato la storia papale e il cibo del Conclave: “Il riso in bianco? Un vero toccasana per velocizzare il discernimento spirituale”.
Il ricordo del Conclave aleggia ancora nei Sacri Palazzi, non solo per l’inattesa elezione di Papa Leone XIV, ma anche, a quanto pare, per le rivelazioni “shock” sulle abitudini alimentari dei cardinali elettori durante il rigido pasto del Conclave.
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, con la sua proverbiale schiettezza (e un pizzico di malcelato divertimento), ha recentemente gettato luce su un aspetto finora inedito: il presunto ruolo cruciale della “cucina di Santa Marta” nel velocizzare le operazioni di voto.
“Il cibo di Santa Marta è stato un incentivo per fare presto”, ha dichiarato il cardinale Dolan, lasciando intendere che la prospettiva di giorni a base di riso in bianco e carni bianche non proprio esaltanti abbia miracolosamente accelerato il processo decisionale durante il Conclave.
Si sussurra che l’assenza di condimenti “pericolosi” o ingredienti “compromettenti” fosse una misura di sicurezza anti-brogli, una sorta di “purezza alimentare” a garanzia di una “purezza di voto”.
Geniale, no? Nessun messaggio segreto nascosto in un tortellino ripieno o in una spolverata di parmigiano “strategica.” Ed è così che il Conclave e il cibo conclave sono andati più veloce.
C’era solo l’essenziale per elevare lo spirito e forse anche per smuovere le coscienze un po’ “indecise”.
E poi c’è lui, il cardinale Dolan, spesso dipinto come l’influente manovratore dietro le quinte. Un “kingmaker” forgiato a pane e acqua anzi, a riso e pollo. La sua ammissione su Prevost (“Non lo conoscevo bene”) suona quasi come una confessione di pragmatismo: in fondo, si scherza, quando la fame si fa sentire, si fa prima.
Evidentemente, la fretta di tornare a una tavola più variegata ha favorito incontri “illuminanti” e decisioni “rapide” riguardanti il cibo conclave.
Si narra che l’attesa della fumata bianca fosse accompagnata da un’ansia crescente, non solo per l’esito del voto, ma anche per la natura del pasto celebrativo all’interno della tradizione dei festeggiamenti.
Dopo giorni di “penitenza culinaria”, l’elezione di Papa Leone XIV deve essere stata accolta con un sospiro di sollievo generale, forse più per la fine del regime alimentare che per l’arrivo del nuovo Pontefice. Il cibo conclave è stato spartano ma efficace.
In definitiva, il Conclave ci regala un inedito spaccato di “dietrologia” vaticana.
Chi l’avrebbe mai detto che un menù spartano potesse influenzare la scelta del successore di Pietro?
Forse, la vera “rivelazione” di Dolan non riguarda tanto i suoi rapporti con gli altri cardinali quanto la sottile arte utilizzare il Cibo conclave come strumento di persuasione. Un approccio, diciamocelo, decisamente originale.



