Caso Garlasco: il legale di Venditti attacca, “Per 40 giorni Sempio ha letto di Dna e indagini sui giornali”

Caso Garlasco: il legale di Venditti attacca,

L’avvocato Aiello difende l’ex procuratore aggiunto di Pavia: “Nessuna irregolarità, solo un processo mediatico prima ancora degli atti giudiziari”

Il caso Garlasco ha scosso l’opinione pubblica per anni. Per oltre quaranta giorni, Andrea Sempio — oggi nuovamente indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi — avrebbe appreso dai giornali tutti i dettagli delle indagini a suo carico.
Lo sostiene l’avvocato Domenico Aiello, legale dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. Quest’ultimo è indagato per corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa, avrebbe favorito l’archiviazione di Sempio nel 2017.

“Dal 19 dicembre 2016, il caso Garlasco è tornato al centro delle cronache. In quei giorni, la stampa riportava informazioni sensibili come la corrispondenza del Dna di Sempio con quello trovato sotto le unghie della vittima”, ha dichiarato Aiello.
Secondo il legale, “Andrea Sempio ha saputo dai giornali non solo del Dna. Ha anche appreso di un’attività di pedinamento e osservazione da parte di un’agenzia investigativa privata”.

“Un interrogatorio anticipato dai media”

L’avvocato Aiello ha ricordato anche un episodio “singolare”: una conferenza stampa tenuta pochi giorni prima di Natale 2016 presso il Palazzo di Giustizia di Milano.

“Un giornale ben informato annunciò l’iscrizione di Sempio nel registro degli indagati — ha spiegato —. Per oltre un mese, i quotidiani hanno raccontato i dettagli dell’inchiesta, anticipando ciò che sarebbe stato oggetto dell’interrogatorio del 10 febbraio 2017”.

Il difensore sottolinea come questo abbia creato un processo mediatico parallelo a quello giudiziario:

“Tutto ciò che doveva emergere davanti ai magistrati era già stato pubblicato. E voi giornalisti — ha detto Aiello rivolgendosi alla stampa — sapete bene dove attingere queste informazioni”.

I frammenti di Dna e le intercettazioni

Nel suo intervento, Aiello ha poi chiarito alcuni aspetti tecnici:

“I campioni delle unghie di Chiara Poggi erano già stati distrutti in un esame condotto con il consenso di tutte le parti”.

Sulle intercettazioni ordinate da Venditti, l’avvocato ha difeso la legittimità del provvedimento:

“Si trattò di un’attività efficace, perché registrò le conversazioni prima e dopo l’interrogatorio, tra Sempio e i familiari. Non c’era alcun motivo per prorogare intercettazioni che, per legge, durano quindici giorni”.

Infine, Aiello ha ribadito che “ogni tentativo di revisione della sentenza di condanna di Alberto Stasi deve essere affrontato nelle sedi opportune, non sui media”.

“Un errore giudiziario, se c’è stato, va provato nelle aule di giustizia, non nei talk show”.


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