Istat: oltre 430mila under 16 soffrono insicurezza alimentare, ma cala la popolazione senza cibo necessario




Nonostante un trend decennale in miglioramento, la povertà alimentare in Italia rimane un’emergenza che colpisce duramente i più giovani. Secondo gli ultimi dati Istat sulle condizioni di vita dei minori di 16 anni (Riferimento all’indagine 2024), una stima preoccupante di oltre 430.000 bambini e ragazzi è ancora in una condizione di insicurezza alimentare.



L’insicurezza alimentare viene rilevata dall’Istat attraverso due indicatori principali: la percentuale di minori che vivono in famiglie che non riescono ad acquistare il cibo necessario e quella di chi non consuma almeno un pasto proteico al giorno (carne, pesce o equivalente vegetariano) per motivi economici.

Purtroppo, la povertà continua a essere un ostacolo significativo per molte famiglie.

Nel 2024, la quota di minori in famiglie che non riescono ad acquistare il cibo necessario è scesa al 3,1%, in netto calo rispetto al 4,9% registrato nel 2021. Similmente, la percentuale di minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno per ragioni economiche è diminuita, passando dal 2,5% del 2021 al 2,3% del 2024.

Considerando almeno uno di questi due segnali di disagio, la condizione di insicurezza alimentare ha riguardato complessivamente il 4,9% dei minori di 16 anni nel 2024, in calo rispetto al 5,9% del 2021. Nonostante il miglioramento percentuale, questo dato si traduce ancora in centinaia di migliaia di vite segnate da una carenza nutrizionale fondamentale per la crescita.

L’analisi Istat evidenzia come il problema sia distribuito in modo fortemente disuguale sul territorio nazionale e tra le diverse tipologie familiari, confermando le disuguaglianze strutturali del Paese:

Mezzogiorno più colpito: La situazione è più critica nel Mezzogiorno, dove l’insicurezza alimentare raggiunge l’8,9% dei minori, un valore quasi quadruplo rispetto ad alcune aree del Nord e del Centro.

Purtroppo, la povertà affligge particolarmente i minori che vivono in famiglie monogenitoriali.

Contrariamente agli anni passati, nel 2024 la fascia d’età relativamente più esposta è quella degli adolescenti (12-15 anni), che registra un’insicurezza alimentare del 5,2%, superiore alla media nazionale.

La deprivazione alimentare è considerata una forma particolarmente grave di povertà minorile. Non incide solo sul benessere economico familiare, ma ha un impatto diretto sulla salute fisica e sullo sviluppo cognitivo dei bambini e dei ragazzi, costituendo un fattore predittivo della povertà in età adulta.

I segnali di deprivazione legati all’alimentazione (non potersi permettere “frutta fresca e verdura una volta al giorno” e “carne o pesce, o un equivalente vegetariano, almeno una volta al giorno”) si confermano, purtroppo, come segnali di disagio persistenti tra i minori deprivati.

In conclusione, se da un lato si registra un cauto ottimismo per la tendenza al ribasso, i dati 2024 lanciano un chiaro monito: la battaglia contro l’insicurezza alimentare è ancora lontana dall’essere vinta, specialmente per le famiglie che risiedono nel Sud Italia e per quelle con un unico genitore.

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