Green Deal sotto accusa: il 65% degli italiani ne chiede l’abolizione.

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I risultati shock del sondaggio Adnkronos presentati al convegno “Sostenibilità al bivio”


Un’ampia maggioranza di italiani boccia senza mezzi termini il Green Deal europeo. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Adnkronos, i cui dati sono stati presentati al convegno “Sostenibilità al bivio” tenutosi a Roma. I numeri sono perentori: il 65% degli italiani ritiene che il pacchetto di iniziative ambientali dell’Unione Europea vada eliminato.

La transizione è al centro del dibattito. Il malcontento non si limita a una critica generica, ma tocca temi concreti e quotidiani:

Il 75% degli intervistati non comprerebbe un’auto elettrica. Questo è un segno che la spinta verso l’elettrificazione, pilastro della transizione, non convince la maggioranza dei cittadini.

Il 68% teme che la transizione ecologica, così come impostata, possa danneggiare l’economia nazionale. Questi risultati mettono in luce un chiaro scollamento tra le ambizioni di Bruxelles e le percezioni. Anche i timori e le priorità dei cittadini italiani indicano tale scollamento. Essi vedono nella “transizione imposta” un rischio per la propria economia e per la libertà di scelta.

La critica del Ministro e la richiesta di un approccio basato sulla neutralità tecnologica.
La posizione dell’opinione pubblica trova eco nelle istituzioni. Nel suo intervento all’evento Adnkronos, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha criticato aspramente l’impostazione attuale del Green Deal.

Urso ha chiesto un “Stop all’impostazione ideologica” che, a suo avviso, sta “strizzando come un cappio al collo le imprese europee” (come riportato da altri articoli sull’evento). Secondo il Ministro, la rigidità delle normative europee, in particolare nel settore automotive, sta favorendo la concorrenza extra-europea, in primis quella cinese. Anziché rilanciare la competitività continentale, questo è il risultato.

Il Governo italiano, attraverso il Ministro Urso, rilancia dunque la richiesta di una revisione immediata del Green Deal. Il piano punta su una strategia basata sulla neutralità tecnologica e sulla necessità di renderlo compatibile con la sostenibilità economica e sociale. L’obiettivo è chiaro: difendere la manifattura nazionale e l’occupazione. Promuovere nel contempo la Transizione 5.0 come modello italiano per una sostenibilità competitiva è importante.

La necessità di realismo e strategia nel dibattito sulla Green Economy
Il convegno “Sostenibilità al bivio”, organizzato da Adnkronos, ha fatto da palcoscenico a questo acceso confronto. Vi hanno partecipato, oltre al Ministro Urso, anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Fratin. Anche il Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza, e rappresentanti del mondo industriale erano presenti.

Fratin ha sottolineato la necessità di un approccio realistico. Questo deve concentrarsi su investimenti concreti, infrastrutture energetiche moderne e norme chiare. Ha invitato a non limitarsi alla sola “decarbonizzazione”.

Carlo Corazza ha riconosciuto che “nel concepire il Green Deal sono stati commessi errori”. Ha invitato a ripensarlo strategicamente alla luce delle sfide geopolitiche, anziché cancellarlo.

Il dibattito generale ha messo in luce che la vera sfida per l’Italia e per l’Europa è trovare un equilibrio tra ambizione ecologica e sviluppo industriale. La sostenibilità deve diventare un vero fattore competitivo e non un freno economico.

I risultati del sondaggio Adnkronos rappresentano un segnale forte per Bruxelles. La transizione ecologica, per avere successo, non può prescindere dal consenso e dal coinvolgimento attivo di imprese e cittadini.

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