Marina Berlusconi attacca le Big Tech: “Gente che se ne frega, le piattaforme sono un far west”

Marina Berlusconi durante un intervento sull’editoria.

La presidente di Fininvest e Mondadori denuncia lo strapotere digitale dei colossi tecnologici e invita l’Europa a non arretrare sulla regolamentazione del web.

Roma – Marina Berlusconi torna a puntare il dito contro i colossi del web.
In una lunga lettera pubblicata sul Corriere della Sera, la presidente di Fininvest e Mondadori lancia un duro monito al mondo digitale: “Le Big Tech sono gente che se ne frega, prosperano in un far west dove nessuno risponde di ciò che scrive. L’unica cosa che conta sono i clic”.

La rivoluzione digitale e il potere senza regole

Berlusconi descrive un’epoca segnata da “rumori di fondo” — guerre, intolleranza, manipolazione digitale — in cui libertà e democrazia rischiano di essere sommerse.
“Chi fa informazione e cultura deve proteggere e amplificare quelle voci”, scrive, annunciando che Silvio Berlusconi Editore dedicherà le sue prossime uscite ai “rischi e benefici della rivoluzione tecnologica”.

Marina Berlusconi durante un intervento sull’editoria

Secondo la manager, il potere delle Big Tech “va ben oltre l’economia”:

“Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon valgono più del PIL dell’area euro. Ma il problema non è solo economico: è un potere che rifiuta le regole, la base di qualsiasi società funzionante”.

Concorrenza sleale e impatto sull’editoria

Marina Berlusconi sottolinea come gli editori tradizionali rispettino tasse, leggi e diritto d’autore, mentre le piattaforme digitali drenano “quasi due terzi del mercato pubblicitario globale” occupando una manciata di lavoratori rispetto ai media tradizionali.

“È concorrenza sleale bella e buona”, denuncia, appoggiando il Digital Package varato dall’Unione Europea per regolare i contenuti online.
Ma avverte: “Mi auguro che la Commissione non indietreggi. Non è solo una questione di editori, riguarda tutti noi”.

Fake news, odio online e cultura del clic

Le piattaforme, sostiene Berlusconi, alimentano un ecosistema tossico di disinformazione e odio.
“Prosperano in un far-west digitale dove nessuno risponde di nulla. Così cresce la marea delle fake news e del linguaggio d’odio, fino a travolgere anche la politica”.

La presidente invita a riflettere sul ruolo sociale dell’informazione e sul rischio di “un pensiero sempre più superficiale imposto dallo smartphone”.

Il legame tra politica e Big Tech

Marina Berlusconi denuncia inoltre la connessione sempre più stretta tra tecnologia e potere politico:

“Negli Stati Uniti il legame tra politica e Big Tech è evidente. Questi colossi non sono più solo aziende: sono attori politici che, a differenza dei governi, non cambiano mai posto”.

Secondo lei, il loro opportunismo è evidente: “Sono passati dal wokismo al trumpismo con la disinvoltura di un cambio di felpa”.

Riscoprire i libri come antidoto digitale

Nella parte finale della lettera, Berlusconi invita a riscoprire il valore della lentezza e della lettura.

“Forse, nell’era del Muoviti veloce e rompi tutto di Zuckerberg, dovremmo tornare ai libri: veri anticorpi contro l’assottigliamento del pensiero imposto dallo smartphone”.

I libri, conclude, restano “strumenti di resistenza contro l’omologazione digitale”, un faro di libertà in un mondo dominato dagli algoritmi.

FAQ

🔹 Chi è Marina Berlusconi?
È la presidente di Fininvest e del gruppo Mondadori, figlia di Silvio Berlusconi, e una delle figure più influenti dell’editoria italiana.

🔹 Cosa critica Marina Berlusconi?
Critica lo strapotere delle Big Tech e la mancanza di regole nel mondo digitale, definendolo un “far west”.

🔹 Cosa propone per contrastare il potere delle Big Tech?
Invita l’Unione Europea a mantenere regole giuste e chiare sul digitale e a promuovere una cultura più consapevole.

🔹 Qual è il messaggio finale del suo intervento?
Riscoprire la forza dei libri come antidoto alla superficialità e alla dipendenza digitale.