La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al decreto che ridisegna l’esame conclusivo del percorso scolastico, un appuntamento cruciale per milioni di studenti italiani.
Con l’approvazione, l’esame cambia pelle e torna alla sua denominazione più evocativa e storica: non più “Esame di Stato”, ma semplicemente “Maturità”. Questo esame, chiamato oggi Maturità, è visto come un passaggio fondamentale.
Il cambio di nome, fortemente voluto per sottolineare il valore di crescita personale e passaggio all’età adulta, è solo la punta dell’iceberg. Per quanto riguarda le prove, la struttura base rimane ancorata alla tradizione:
Prima Prova Scritta: La prova di Italiano, intesa a valutare la padronanza linguistica e la capacità di argomentazione.
Seconda Prova Scritta: La prova specifica per indirizzo, mirata alle competenze chiave del percorso di studi.
La vera rivoluzione riguarda il colloquio orale, che assume una centralità inedita e un ruolo decisivo nella valutazione finale.
Abolita la tradizionale discussione a partire da un materiale a sorpresa o un “collegamento” libero, l’orale si concentrerà su quattro discipline specifiche, che verranno individuate dal Ministero con apposito decreto nel mese di gennaio. L’obiettivo è rendere la prova più mirata, coerente con il percorso di studi e meno dispersiva.
Il colloquio non sarà solo un’interrogazione frontale, ma includerà anche l’analisi e la discussione:
Delle competenze acquisite in Educazione Civica, per valutare la preparazione dello studente sui temi della cittadinanza attiva e della Costituzione.
Delle esperienze maturate nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), ex alternanza scuola-lavoro, attraverso una breve relazione o un elaborato multimediale.
Obbligo di Partecipazione Attiva: Niente “Scena Muta”
Una delle misure più discusse e significative è l’introduzione dell’obbligo di partecipazione attiva al colloquio. Lo studente che, per scelta deliberata e non per un blocco emotivo o una difficoltà oggettiva, dovesse optare per il silenzio o boicottare la prova orale, sarà considerato non idoneo e bocciato, indipendentemente dall’esito degli scritti e dal credito scolastico. Il Ministro Valditara ha sottolineato che con questa misura si intende riaffermare i principi di impegno e responsabilità.
Il Ministro Valditara:
“Con questa riforma ridiamo senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo. Non sarà più possibile boicottare la prova orale: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato.”
La nuova Maturità, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo anno scolastico e quindi con l’esame del 2026, si configura come un esame più severo ma anche più focalizzato, che mira a valutare non solo le conoscenze, ma l’effettiva maturazione dello studente e la sua capacità di orientarsi nel mondo.

