La Cina sospende il divieto di esportazione di tre metalli rari verso gli USA: Un segnale di distensione commerciale



La Repubblica Popolare ha deciso di sospendere il divieto di esportazione verso gli Stati Uniti di tre metalli rari cruciali – il gallio, il germanio e l’antimonio – con effetto immediato e fino al 27 novembre 2026.



La Cina è al centro di una decisione che rappresenta un chiaro segnale di distensione tra le due superpotenze. Questa decisione è giunta a seguito dei recenti colloqui ad alto livello tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il Presidente cinese, Xi Jinping.

La sospensione rovescia una restrizione all’export. Tale restrizione era stata imposta dalla Cina in risposta alle precedenti misure tariffarie e ai controlli tecnologici adottati dall’amministrazione statunitense.

I tre metalli coinvolti non sono semplici commodities; sono componenti strategici e quasi insostituibili per l’industria moderna:

Essenziali per la produzione di semiconduttori avanzati, fibre ottiche, LED ad alta efficienza e componentistica per il settore aerospaziale e della difesa.

Utilizzato in leghe, ritardanti di fiamma e, in alcune forme, anche nel settore dei semiconduttori e delle batterie.

La Cina detiene una posizione dominante nella produzione e nella raffinazione di questi e di altri minerali critici. Questo controllo le ha permesso in passato di utilizzarli come leva geopolitica. Il divieto di esportazione, introdotto per la prima volta in ottobre, aveva intensificato le preoccupazioni globali sulla catena di fornitura. Inoltre, inaspriva la già delicata crisi dei semiconduttori.

La tregua, della durata di poco più di un anno, avrà ripercussioni significative:
Per le aziende americane, la sospensione dovrebbe alleviare immediatamente la pressione sulla catena di approvvigionamento. Ciò vale in particolare per i produttori di chip, auto elettriche e sistemi di difesa.

L’accordo è parte di una più ampia intesa che vede anche Washington impegnata a ridurre parte degli aumenti tariffari sulle importazioni cinesi. Inoltre, a posticipare l’implementazione di ulteriori restrizioni commerciali. Parallelamente, Pechino sospenderà i dazi di ritorsione su prodotti agricoli statunitensi.

Sebbene la decisione cinese porti benefici indiretti a livello globale stabilizzando i mercati, l’Unione Europea, pur accogliendo con favore la notizia, non è stata parte attiva dei negoziati. L’UE rimane dipendente dalla stabilità dell’asse USA-Cina e non ha ottenuto garanzie dirette sull’accesso alle materie prime. Ciò evidenzia la necessità di accelerare le proprie strategie di derisking e di sviluppo di filiere autoctone di materie prime critiche.

La sospensione è vista dagli analisti come una mossa pragmatica da entrambe le parti. Entrambe cercano di evitare un’ulteriore escalation della guerra commerciale in un momento di fragilità economica globale.

Tuttavia, l’intesa è considerata una tregua fragile. Questa tregua non risolve i problemi strutturali di competizione strategica e tecnologica tra le due potenze, ma li rimanda al prossimo ciclo di negoziati.

Dichiarazione del Ministero del Commercio di Pechino:
“La normativa è sospesa fino al 27 novembre 2026, come segno di cooperazione e buona volontà, a condizione che vengano mantenute le concessioni reciproche concordate.

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