Capece: “No a svuotacarceri, sì a certezza della pena e sicurezza per detenuti e agenti”
Il Giubileo dei detenuti riaccende il dibattito sulle condizioni delle carceri italiane, in particolare sul tema di carceri sappe. Dopo le parole di Papa Leone XIV, che durante la messa giubilare ha richiamato l’attenzione sulla grave situazione penitenziaria, arriva la posizione netta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).
“I richiami del Santo Padre devono farci riflettere tutti”, afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Ma non credo che aprire le porte delle celle e far uscire i detenuti sia la soluzione. Serve invece la certezza della pena nei carceri Sappe.”
“Sistema penitenziario allarmante, servono strategie strutturali”
Secondo Capece, la situazione nelle carceri resta allarmante e richiede un intervento organico, non misure tampone. “Per avere un carcere sempre più sicuro – spiega – occorre pensare a un insieme di misure e strategie che rendano la vita dei detenuti più sicura, quella degli agenti meno problematica e quella della macchina penitenziaria meno complessa e più efficaceLe carceri sappe necessitano di particolare attenzione.”
Un messaggio chiaro: riformare il sistema, senza scorciatoie che rischiano di indebolire sicurezza e legalità.
Polizia penitenziaria sotto pressione: “Condizioni di lavoro inaccettabili”
Il segretario del Sappe punta anche l’attenzione sulle condizioni di lavoro degli agenti:
“Sono inaccettabili le condizioni del personale di Polizia penitenziaria, impegnato h24 nelle sezioni detentive e sempre più spesso vittima di aggressioni e atti violenti”.
Secondo il sindacato, una minoranza di detenuti particolarmente refrattaria al rispetto delle regole mette quotidianamente a rischio la sicurezza interna degli istituti.
Carceri anche per minori: “Serve un ambiente diverso”
Capece sottolinea inoltre la necessità di un cambio di paradigma:
“Nei nostri istituti di pena, anche per minori, si deve poter respirare un’aria diversa da quella che ha condotto all’illegalità e al crimineQuesto è essenziale nelle carceri sappe.”
Un concetto già richiamato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha più volte evidenziato il valore rieducativo della pena, senza rinunciare a ordine e sicurezza.
“Pronti a fare la nostra parte”
Il Sappe ribadisce infine la propria disponibilità:
“Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”, conclude Capece, chiedendo però riforme serie, strutturali e condivise, capaci di tutelare detenuti, operatori e cittadini.

