Ucraina, svolta diplomatica a Mar-a-Lago: Zelensky vola da Trump, Mosca accusa l’Europa

Mentre i cieli dell’Ucraina continuano a essere solcati dai raid russi, la diplomazia internazionale vive ore frenetiche.

Domenica il vertice decisivo in Florida tra il leader ucraino e il Presidente USA. Il Cremlino avverte: «Pace vicina, ma Kiev e Bruxelles frenano».

La strada verso una possibile fine del conflitto in Ucraina passa per il sole della Florida. Domenica prossima, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontrerà Donald Trump nella residenza di Mar-a-Lago. Un vertice di altissimo profilo che, secondo fonti vicine ai negoziati, segna un passo avanti verso un accordo di pace. Questo accordo potrebbe essere siglato, o quanto meno delineato, prima della fine dell’anno.

L’incontro, confermato dallo stesso Zelensky dopo i colloqui con gli inviati speciali americani Steve Witkoff e Jared Kushner, ha però un sapore particolare. Nonostante l’importanza cruciale dell’Unione Europea nel sostegno a Kiev, i leader del Vecchio Continente non saranno fisicamente presenti a Palm Beach.

A causa del brevissimo preavviso e delle dinamiche imposte dalla nuova amministrazione USA, i partner europei parteciperanno ai lavori esclusivamente online. Questi partner includono Francia, Germania e Regno Unito. Questa modalità “ibrida” sottolinea la centralità della mediazione di Trump. Lui punta a una risoluzione rapida, spesso bypassando i lunghi protocolli della diplomazia multilaterale europea.

Dal Cremlino arrivano segnali contrastanti. Da un lato, Mosca dichiara che le parti non sono «mai state così vicine a un accordo». Questo riferendosi a un piano in 20 punti discusso nelle ultime settimane. Dall’altro, il governo russo accusa Kiev e Bruxelles di voler «affossare i progressi».

Secondo la narrativa russa, mentre Trump spinge per il pragmatismo, l’Unione Europea rimarrebbe ancorata a posizioni massimaliste. Queste posizioni impedirebbero la chiusura del patto. Tuttavia, la portavoce della Commissione UE ha ribadito che qualsiasi piano di pace, per essere duraturo, deve avere il pieno avallo dell’Europa. Inoltre, deve garantire la sovranità ucraina.

Nonostante i discorsi di pace, la realtà sul campo rimane brutale. Anche nelle ultime ore, massicci raid russi hanno colpito diverse regioni ucraine. Questi raid prendono di mira le infrastrutture energetiche e causano blackout in vista del nuovo anno. Kiev risponde con attacchi di droni. Essi cercano di mantenere la pressione alta in vista del tavolo negoziale.

L’obiettivo di Zelensky a Mar-a-Lago è chiaro: ottenere garanzie di sicurezza concrete e definire il futuro del Donbass e della centrale di Zaporizhzhia. Su questi punti il consenso con Washington non è ancora totale.

Il vertice di domenica sarà il vero termometro della crisi. Se Trump e Zelensky riusciranno a trovare una sintesi sui “20 punti”, il 2026 potrebbe davvero aprirsi con un cessate il fuoco.