Papa Leone alla messa di Natale: «No a un’economia distorta che tratta gli uomini come merce. Basta violenza e sopraffazione»

Il Pontefice: «Dio si fa uomo per liberarci da ogni schiavitù»

Un messaggio netto contro la mercificazione della persona, la violenza e la sopraffazione ha attraversato la prima messa della notte di Natale celebrata da Papa Leone XIV nella Basilica di San Pietro.
«Ammiriamo la sapienza del Natale. Nel bambino Gesù, Dio dà al mondo una vita nuova: la sua, per tutti. Non un’idea risolutiva per ogni problema, ma una storia d’amore che ci coinvolge», ha detto il Pontefice nell’omelia.

«Una luce gentile contro la violenza»

Papa Leone XIV ha scandito il cuore del messaggio natalizio: davanti alle attese dei popoli Dio manda «un infante, perché sia parola di speranza»; davanti al dolore dei miseri, «un inerme, perché sia forza per rialzarsi»; davanti alla violenza e alla sopraffazione, «una luce gentile che illumina di salvezza tutti i figli di questo mondo».

A sostegno, il richiamo a Sant’Agostino: «La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l’umiltà divina». Un passaggio che introduce la critica più dura del Pontefice.

Papa Leone alla Messa di Natale 2025

L’affondo sull’economia

«Sì, mentre un’economia distorta induce a trattare gli uomini come merce, Dio si fa simile a noi, rivelando l’infinita dignità di ogni persona», ha affermato. «Mentre l’uomo vuole diventare Dio per dominare sul prossimo, Dio vuole diventare uomo per liberarci da ogni schiavitù».
Poi la domanda, rivolta alle coscienze: «Ci basterà questo amore per cambiare la nostra storia?».

Betlemme e i pastori: pace disarmata

La risposta, ha spiegato il Papa, nasce come per i pastori: dal passaggio «da una notte mortale alla luce della vita nascente», contemplando il Bambino. Sopra la stalla di Betlemme, il cielo stellato diventa «una moltitudine dell’esercito celeste»: schiere disarmate e disarmanti, perché la gloria di Dio si manifesta come pace sulla terra. «Nel cuore di Cristo palpita il legame che unisce nell’amore il cielo e la terra», ha osservato.

Il richiamo a Papa Francesco e al Giubileo

Il Pontefice ha ricordato le parole pronunciate dal predecessore, Papa Francesco, la scorsa notte di Natale: il Natale «ravviva in noi il dono e l’impegno di portare speranza là dove è stata perduta». Parole che avevano aperto l’Anno Santo. «Ora che il Giubileo si avvia al suo compimento – ha detto Leone XIV – il Natale è tempo di gratitudine e missione: gratitudine per il dono ricevuto, missione per testimoniarlo al mondo».

Il saluto a sorpresa sul sagrato

Prima della celebrazione, a sorpresa, Papa Leone XIV si è affacciato sul sagrato per ringraziare i circa 5 mila fedelipresenti nonostante la pioggia. «Ammiro, rispetto e ringrazio il vostro coraggio», ha detto a braccio. Poi, in inglese e in italiano, l’invito a celebrare insieme il Natale: «Gesù Cristo, nato per noi, ci porta la pace e l’amore di Dio».

Un’omelia senza giri di parole: difesa della dignità umana, critica alle distorsioni dell’economia e una pace che nasce dall’umiltà. Natale, per il Papa, non è retorica: è scelta concreta.