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La Russia ha ufficializzato un tavolo di lavoro sulla regolamentazione del conio dei Bitcoin

Il presidente della DUMA Vyacheslav Volodin ha autorizzato un tavolo di lavoro che affronterà la regolarizzazione sul mining del Bitcoin. ...

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Il presidente della DUMA Vyacheslav Volodin ha autorizzato un tavolo di lavoro che affronterà la regolarizzazione sul mining del Bitcoin. 

Il responsabile del tavolo è Andrey Lugovoy, fedelissimo di Putin, ex agente segreto, accusato di omicidio dalla magistratura britannica e capofila del comitato su sicurezza e anticorruzione della DUMA.

Non si torna più indietro. La Russia ha iniziato ufficialmente a lavorare sulla normalizzazione regolamentare per minare Bitcoin. Ricordiamo che nel paese di Putin è sempre stato possibile fare mining, dunque non era illegale di per sé, però il governo non ha mai affrontato il discorso finora e si è sempre tirato fuori dall’impiccio dell’intervento, creando così un vuoto legislativo che col tempo è diventato imbarazzante: secondo il magazine specializzato CoinTelegraph, infatti, sia Russia che Kazakistan sono nella top 3 dei paesi col più alto tasso di hash rate mondiale sul network di Bitcoin.

L’hash rate: l’unità di misura della capacità di calcolo nel mining del Bitcoin

L’hash rate misura le capacità di risoluzione dei calcoli che permettono di coniare bitcoin e che tengono in piedi l’infrastruttura di BlockChain, la tecnologia su cui è basato il Bitcoin. Dunque ora sembra ci sia la volontà del governo di creare regolamenti più precisi, proprio per tagliare il profitto dei “minatori” di professione, controllando magari l’hash rate attraverso la creaezione di intere fabbriche di mining per “coniare” la moneta digitale e magari togliendo ai cosiddetti “minatori illegali” la possibilità di “coniare”.

Il tavolo di lavoro sarà gestito da Andrey Lugovoy, accusato dalla Gran Bretagna per l’omicidio di Litvinenko

Secondo Bitcoin magazine il tavolo di lavoro è stato ufficializzato sulle basi del fatto che il profitto generato dal mining in Russia è superiore ai 2 miliardi di dollari, che i “minatori” guadagnano esentasse proprio per la mancanza di legislazione a riguardo. Quindi la Russia segue sicuramente due binari: da una parte il controllo  La proposta viene da Andrey Lugovoy, ex dei servizi segreti che è stato condannato dal tribunale europeo di Strasburgo per l’omicidio di Alexander Litvinenko, l’ex spia che aveva mollato il KGB criticando Putin e chiedendo asilo alla Gran Bretagna, vendendole segreti che gli sono costati la vita. The Guardian intervistò l’avvocato della moglie di Litvinenko, dieci anni dopo la sua morte, parlò di provocazione da parte del governo russo, proprio quando è stata assegnata l’onorificenza a Lugovoy “per il valore del servizio alla madrepatria”. Cosa cambierò nel breve e medio periodo La scelta della Russia di normalizzare il processo di creazione dei Bitcoin porterà a un drastico cambiamento di prospettiva nella considerazione della moneta digitale. Soprattutto tenendo conto delle dichiarazioni del neosindaco di New York, Eric Adams, che vuole fare di New York il prossimo HUB di criptovalute. Le dichiarazione alla CNBC sono chiare: “Le criptovalute saranno il nuovo metodo di pagamento per beni e servizi in tutto il mondo, dunque la tecnologia che c’è dietro il loro funzionamento dovrebbe essere insegnata nelle scuole”. Parole che dipingono un chiaro futuro davanti a noi.

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