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Sanità: sondaggio, per gli italiani investimenti in salute prioritari rispetto al lavoro

Per 9 su 10 Ssn strategico per il Paese, ‘servono maggiori finanziamenti’ Come è cambiata la percezione degli italiani sulle...

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Per 9 su 10 Ssn strategico per il Paese, ‘servono maggiori finanziamenti’

Come è cambiata la percezione degli italiani sulle priorità pubbliche, alla luce dell’esperienza del Covid e delle cronache di difficoltà quotidiana dell’assistenza sanitaria? In che misura le istituzioni sono pronte a tradurre in iniziative concrete la domanda di salute che arriva dai cittadini? E come assicurare alla filiera industriale delle Life Sciences – determinante per la crescita economica del Paese e la salute e la qualità di vita dei cittadini – l’humus istituzionale, legislativo, economico-finanziario necessario all’innovazione? Su questi temi si sono confrontati decisori ed esperti in occasione della sesta edizione dell”Inventing for Life Health Summit’, anche quest’anno dedicato al tema ‘Investing for Life: la Salute conta!’, organizzato da Msd Italia oggi al Maxxi di Roma. Durante l’evento è stata presentata una ricerca Ipsos che mostra come, per gli italiani, la salute è una priorità su cui investire, più ancora di altre voci come il lavoro.

“Investire nella sanità – ha affermato Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia – produce, per definizione, un impatto positivo sulla salute di cittadini e pazienti; ma tante sono le esternalità positive generate, sia in termini di effetti sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile che di crescita economica e sociale del Paese. La salute ha bisogno di investimenti e di innovazione; ma l’innovazione ha bisogno di un ecosistema attrattivo. Riconosciamo al nuovo Governo di aver previsto, con l’ultima legge di Bilancio, un significativo aumento delle risorse destinate alla sanità pubblica e un ulteriore ribilanciamento dei tetti di spesa farmaceutica pubblica, ma i problemi non sono stati risolti. In quanto parte attiva e di valore dell’ecosistema della salute, vogliamo essere portatori di proposte responsabili, lavorando insieme per un futuro di salute in cui nessuno resti indietro”.

“In particolare – ha sottolineato Luppi – chiediamo che la salute sia mantenuta in cima all’agenda politica e istituzionale sia a livello europeo (guidando la revisione farmaceutica all’insegna del progresso) che nazionale (aumentando progressivamente le risorse destinate al Servizio sanitario nazionale). Auspichiamo, inoltre, l’adozione di una strategia italiana per le Life Sciences, in grado di posizionare la ricerca e la filiera industriale sugli standard internazionali più avanzati, rendendo il Paese ancor più attrattivo nei confronti degli investimenti esteri. E pensiamo che sia necessaria la definizione di una nuova governance per il settore farmaceutico: un nuovo modello di finanziamento della spesa farmaceutica pubblica che premi e incentivi l’innovazione (grazie anche all’inclusione dei farmaci con innovatività condizionata all’interno del capiente Fondo per i farmaci innovativi) e che riconosca nella spesa sanitaria un asset strategico per il Paese, rivedendo, di conseguenza, i criteri di contabilizzazione almeno di una sua quota, quella destinata all’immunizzazione, come spesa in conto capitale e non corrente”.

Secondo i dati della ricerca Ipsos ‘Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo Ssn’, presentata dal presidente Nando Pagnoncelli, nel giro di 2 anni è aumentata dal 52% al 69% la quota di italiani che indicano salute e sanità come le priorità assolute su cui il Governo dovrebbe investire, davanti al lavoro e ai costi dell’energia. In particolare – emerge dall’indagine – andrebbero privilegiati pronto soccorso, assistenza ospedaliera e prevenzione. Le incognite sull’intelligenza artificiale hanno forse contribuito a raffreddare gli entusiasmi per la trasformazione digitale, che viene comunque ritenuta utile dal 68% degli italiani (contro il 79% del 2021). Non solo. Dal sondaggio risulta che quasi 9 italiani su 10 ritengono che la sanità pubblica rappresenti una priorità strategica per il Paese e che sia necessario un aumento del suo finanziamento.

“Salute e sanità – ha osservato Pagnoncelli – restano la prima priorità per il Governo nelle attese dell’opinione pubblica italiana. Le razionalizzazioni che investono la sanità pubblica, amplificate dalle notizie di cronaca sulla pressione cui sono sottoposti gli operatori sanitari, rinforzano l’urgenza di azione attesa sui servizi e l’assistenza ospedaliera, soprattutto di primo soccorso. Una menzione particolare meritano le opinioni che abbiamo raccolto sulla digitalizzazione della sanità, elemento centrale della Missione 6 del Pnrr. La rapidità dell’evoluzione degli strumenti digitali, pensiamo all’Ai generativa, sta generando sentimenti conflittuali nell’opinione pubblica, con ansie e aspettative. Il timore della perdita dell’indispensabile contatto umano, si compensa con l’attesa di efficientamento nei processi e di progressi nella precisione e rapidità delle diagnosi. Resta elevato e stabile il riconoscimento di ruolo all’industria farmaceutica e robusta è anche la convinzione che essa sia fattore di potenziale stimolo alla crescita economica del Paese”.

“La filiera industriale delle Scienze della vita rappresenta un settore altamente strategico per l’Italia grazie a elevati moltiplicatori dell’attività economica e di impatto sociale, una forte propensione agli investimenti in ricerca e in produzione, al capitale umano di qualità – ha evidenziato Valerio De Molli, Managing Partner e amministratore delegato di The European House-Ambrosetti – Se si considera che a livello globale ogni anno il settore investe più di 200 miliardi di dollari e l’Italia ne intercetta meno dell’1%, appare evidente che dobbiamo porci l’obiettivo di attrarre il maggior ammontare possibile di investimenti. Per aumentare la nostra attrattività, ed essere più competitivi nella competizione globale, è necessario agire con un portafoglio integrato di interventi e politiche, in grado di fronteggiare le sfide del sistema-Paese nel suo complesso a partire dal rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, da una nuova strategia per il settore farmaceutico e dall’elaborazione di un vero e proprio Piano nazionale delle Life Sciences. Dobbiamo agire rapidamente per non perdere terreno nei confronti dei principali Paesi europei nostri competitor che hanno adottato strategie chiare e Piani di settore orientati a sostenere e incentivare l’industria, premiando sempre più la ricerca e l’innovazione”.

La crescita degli investimenti – è emerso dal dibattito – potrà contribuire anche a dare maggiore attenzione ai bisogni dei pazienti nel percorso diagnostico-assistenziale: più di 8 italiani su 10 sono convinti che i pazienti debbano essere attivamente coinvolti nei processi decisionali di cura, e il 67% giudica positivamente il ruolo svolto dalle associazioni a favore dei pazienti. “Per le associazioni pazienti – ha rimarcato Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo – è di fondamentale importanza investire ed ottimizzare le risorse per gli screening e per le cure oncologiche come richiesto dalla Mission on Cancer e dall’Europe’s Beating Cancer Plan che pongono come obiettivo di salvare milioni di vite umane. Prevent what is preventable”, è il messaggio.

“L’Italia – ha proseguito Iannelli – deve investire per raggiungere l’obiettivo posto dall’Ue di garantire che il 90% della popolazione acceda agli screening oncologici e alla vaccinazione da Papillomavirus. E’ necessario investire nel digitale anche per facilitare l’accesso agli screening e aumentarne l’adesione anche mediante incentivi come quelli di recente previsti dalla Regione Lombardia. E’ essenziale investire nella genomica per una medicina sempre più personalizzata anche riguardo agli screening che potranno essere finalizzati ancor più a diagnosticare malattie il cui rischio sarà individuato dai test genomici. Ridurre il carico delle malattie prevenibili e diagnosticabili precocemente è un investimento fruttuoso per la sanità e per il Welfare State e significa anche ridurre il carico di dolore e la tossicità finanziaria che il tumore e i trattamenti antitumorali comportano per il malato e per la sua famiglia”.

Il tema degli investimenti in Ricerca&Sviluppo va inquadrato nello scenario che vede l’Europa impegnata ad attrarre risorse per i settori a maggiore potenziale, come quello delle Life Sciences. “L’Europa sta perdendo terreno rispetto ai suoi concorrenti globali – ha ammonito Louise Houson, presidente Core Europe & Canada Region Msd International – Negli ultimi 20 anni, la quota degli investimenti in Europa in R&S è diminuita del 25% e dobbiamo rafforzare il sistema di incentivi europei per riorientare gli investimenti in R&S verso l’Europa”.

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