L’impegno per il sociale e l’empatia verso il prossimo.

Intervista al giornalista, Alessandro Giordano

 

Ci sono realtà che vale la pena evidenziare, soprattutto quando sono attività no-profit puramente collegate al desiderio di dare il personale contributo alla collettività. L’ospite di oggi arriva dalla mia amata provincia, Cuneo. Da anni è attivo nel sociale tantoché ha creato le associazioni: “Altra Idea Cuneo” che si occupa di problematiche correlate all’infanzia e all’adolescenza, oltre al disagio giovanile, e “Cre Activity” sempre presente su Cuneo che si occupa di cultura in senso ampio: arte, letteratura e scienza e nuove tecnologie. Le idee certo non gli mancano come il suo entusiasmo che traspare ed è contagioso.  Un uomo curioso, amante della socialità, con grande spirito d’iniziativa e sempre pronto a tendere una mano. Porta la sua esperienza personale e abbraccia tante realtà simili alla sua. È sempre bello conoscere persone amanti della vita e della solidarietà, persone che aprono le braccia, donano tempo e ascolto cosa rara in una società sempre meno propensa alla comunicazione solidale.

Ma conosciamolo meglio: Giornalista pubblicista, blogger collabora con periodici locali ed in passato anche con le radio. Conduce due rubriche settimanali nate come podcast sui motori e sui libri ed una trasmissione ai nastri di partenza chiamata “Coffeemesh” in cui settimanalmente inviterà per un caffè uno o più persone per chiacchierare un’oretta di un argomento scelto sulla base di quale potrebbe essere il tema del momento. Le sue preferenze giornalistiche vanno all’analisi alle inchieste.

 Innanzitutto ti ringrazio di essere qui, quando hai sentito l’esigenza di fondare queste associazioni?

L’associazionismo, a mio parere, rappresenta l’opportunità per condividere esigenze comuni e spesso anche “battaglie” comuni. Le due associazioni nascono per aprire uno spazio comune al confronto e al dibattito. Abbiamo creato con Altra idea e Cre Activity una possibilità in più per discutere senza preclusioni di sorta e con l’unico obiettivo di approfondire tematiche di cui, ed è il caso della disabilità, si ha una conoscenza frammentaria e la si liquida troppo spesso con slogan di circostanza. Mio braccio destro è Piero Giuseppe Goletto che è con me dal minuto uno e con cui ho condiviso l’organizzazione di tanti progetti, ed anche Elsa Gregorio e Loredana Amendolara, per citare le persone più vicine a me.

 Hai trovato più porte aperte o chiuse nel proporti?

Non abbiamo mai incontrato ostacoli, forse perché creato il progetto ci siamo sempre preoccupati di come poter far funzionare “l’iniziativa” o “la conferenza” più che preoccuparci di coloro, e non erano pochi, dubitavano sull’opportunità di trattare pubblicamente temi come la disabilità.

 “Altra Idea Cuneo” si occupa di problematiche correlate all’infanzia e all’adolescenza, oltre al disagio giovanile.  Fate convegni, eventi, in cui coinvolgete figure professionali del settore come neuropsichiatri infantili, terapeuti, psicologi, medici. Avete trovato una buona partecipazione a questi incontri?

Dipende, spesso si viene più per curiosità, permangono i dubbi se fosse il caso di trattare argomenti che nostro malgrado, per molti rimangono un tabù. Ho trovato comunque molta disponibilità sia da parte delle strutture sanitarie coinvolte sia per quanto riguarda le famiglie che hanno sempre partecipato ai diversi appuntamenti organizzati.

 Quali sono le domande più frequenti da parte delle famiglie presenti?

Le domande sono più in ordine alla gestione della quotidianità della disabilità. La presenza poi dei medici o comunque di personale che affronta quotidianamente il tema specifico aiuta ad un confronto diretto, a volte frenato dalla poca confidenza nel trattare in pubblico problematiche che comunque fanno parte della sfera personale di ciascuno.

In questi anni travolti dalla Pandemia a risentire di questo distacco netto dalla socialità sono stati soprattutto i giovanissimi, ciò ha provocato crolli emotivi, depressione e molti altri disagi che si sono protratti anche dopo la fine dell’evento pandemico. Un consiglio alle famiglie che avvertono questo disagio nei loro figli. A chi chiedere aiuto?

Noto che la pandemia ci ha reso tutti più insicuri al punto di voler continue conferme e questo tanto sul piano sociale che sanitario. Detto questo, la famiglia svolge ancor oggi un ruolo primario nell’individuazione di un problema. Questo però non esula al ricorso di un consiglio, di una parola in più detta da uno specialista. Quindi suonato il campanello d’allarme non si esiti un istante e si faccia riferimento a chi può aiutare davvero…

 Come è possibile sostenere la vostra associazione?   

Noi siamo legati all’auto finanziamento. Le iscrizioni all’associazione non prevedono il versamento di somme di denaro. Iniziative e conferenze vengono gestite così. Ovvio che non rifiutiamo le donazioni con le quali potremmo fare di più…

  In Cre Activity” vi occupate di cultura in senso ampio: arte, letteratura e scienza e nuove tecnologie.  Trovate un buon riscontro di pubblico? Tra i giovani c’è interesse?

Come per Altra Idea così per Cre Activity abbiamo voluto trattare e muoverci su terreni certi: libri, società e giornalismo analizzato nelle sue diverse forme. Abbiamo creato White Wall che rappresenta un appuntamento di confronto per tutte le forme di comunicazione: arte, letteratura, fumetti e poesia.

Stai preparando un nuovo format “Coffeemesh” in cui settimanalmente inviterai per un caffè uno o più persone per chiacchierare un’oretta di un argomento scelto sulla base di quale potrebbe essere il tema del momento. Come nasce questa idea e come si può partecipare?

C’è stato un momento di sperimentazione e rodaggio. Superato questo ho in mano un primo canovaccio che dovrà essere ancora sgrossato. L’idea è di occupare un’ora di trasmissione. Gli argomenti e gli invitati seguiranno le esigenze del momento.

Nuovi eventi in programma?

Mi auguro di poter riprendere le conferenze. Un tema già trattato su cui vorremmo tornare è l’hikokomori che rappresenta un tema dolente nella quotidianità di molti adolescenti. Così come le dipendenze sempre in età adolescenziale.

  Qual è la tematica più polemizzata che in questi anni hai affrontato?

Direi “Sessualità e disabilità”. Ho già trattato il tema in un articolo scritto nel marzo dello scorso anno. Argomento difficile che è ancora per lo più tabù, seppur faccia parte della quotidianità di molte famiglie. Su questo vorrei organizzare in autunno una o più serate.

E giungo alla mia ultima domanda: descriviti in una sola parola.

Cocciuto idealista.

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