Un romanzo storico che racconta la condizione delle donne durante il boom economico degli anni ’60. Buone le intenzioni ma la serie ha poco mordente
In tv non è affatto facile raccontare il nostro stesso passato e il nostro stesso retaggio storico. C’è sempre il rischio di produrre una fotografia sterile e di poco impatto ma, con i grandi mezzi messi a disposizione dalle grandi piattaforme streaming, c’è la possibilità di costruire un affresco storico di tutto rispetto senza dimenticare di ironizzare anche sui tempi che corrono. E, di recente, abbiamo avuto modo di assaporare diverse rappresentazioni su gli avvenimenti recenti e che hanno lasciato un segno nell’immaginario comune. Da Gaslit, ad esempio, che ha raccontato con garbo lo scandalo Watergate, fino a Fellow Travelers – su Paramount+-, che ha aperto una pagina sul maccartismo e sull’America ai tempi della guerra fredda. A questi è impossibile non aprire una parentesi di Palm Royale, la nuova serie tv che è disponibile su AppleTv+. Un po’ drama, un po’ commedia e un po’ mystery, al centro della vicenda ci sono 4 casalinghe – ricche e spregiudicate – che vivono nel lusso più sfrenato. Tra feste, abiti firmati e fiumi di alcol, le protagoniste cercano di raccontare cosa ha significato essere una donna negli anni ’60 durante il boom economico e durante gli anni in cui si pensava (e si credeva) di poter costruire un mondo migliore. 10 gli episodi che arrivano a cadenza settimanale per una serie frizzante, allegra e dissipata che fa il verso a tutti i drammi al femminile che già sono apparsi in tv, ma che riesce comunque a trovare la sua identità in una realtà molto affollata. Pur non brillando per una narrazione incisiva, a colpire di Palm Royale è quell’atmosfera patinata da soap-opera e quella vicenda in bilico tra realtà e lucida follia.
Quell’american way of life che non esiste più
La protagonista è Kristen Wiig, già stella del Saturday Night Live. Qui brilla come una vera diva. Lo sfondo è Palm Beach e la Florida degli anni Sessanta con i colori pastello, molti cocktail e molti dress. Ci sono le atmosfere patinate di un vecchio sceneggiato per la tv ma la serie non dimentica di condire il racconto con tutte le caratteristiche più tipiche di un drama femminista. La protagonista è Maxine che arriva in città con la speranza di entrare nel cerchio magico delle ricche signore che la guardano con disprezzo. Ha sposato il nipote dell’anziana e malata Ape Regina dell’alta società, ma questo non basta. Mentre Maxine si sforza di farsi accettare, si muove in questo ambiente senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, aiutata dal marito che vince il premio di personaggio maschile più anonimo dell’anno. È con lo scorrere degli episodi che Maxine si mostra al pubblico per la donna forte che vuole essere, arrivando a scoperchiare i troppi scandalosi segreti di questo jet set ignorantissimo e narcisista che si finge filantropo e che spesso si finge anche ricco senza esserlo. Un mondo di bugie che presto si accartoccerà su stesso.
Storia brillante ma…
La serie è ambiziosa, molto più di quella che sembra. E’ ben scritta e con il cast scintillante ma, nonostante ciò, ha poco mordente. Infatti, oltre al quel quadro femminista e oltre a quei personaggi stilosi, Palm Royale non “buca lo schermo” come dovrebbe. Restano molti dubbi sulla direzione presa dagli autori, che a volte (anche loro) sembrano storditi dal sole della Florida senza riuscire a pennellare un racconto coerente con le intenzioni iniziali. Vorrebbe essere una sorta di Big Little Lies in costume e vorrebbe anche essere una commedia leggera ma, a causa dei continui cambi di rotta, giudizio finale è incerto.
Segreti e misteri di un gruppo di casalinghe poco disperate
Sta di fatto che resta una serie da tenere d’occhio perché è bello perdersi in quel mondo così patinato e così modaiolo, come è belle restare coinvolti nelle storie (folli) di Maxine e company. Una serie che piacerà agli amanti di Desperate Housewives ma che potrebbe risultare anacronista per quel tipo di pubblico a cui non piacciano le (forzate) ricostruzioni storiche degli anni ’60.