Italiani e Alfabetizzazione informatica.

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Intervista a Danilo Cimino di “Cose da computer”

Il  recente rapporto Istat “Cittadini e ICT” non conferma dati positivi riguardo alle competenze informatiche degli italiani.

Da esso emerge che la fascia d’età tra i 16 e i 19 anni, che è quella che solitamente risulta essere più competenze è peggiorata di circa tre punti. Nella creazione di contenuti digitali invece la fascia over 44 registra una grande carenza.

Aumentano però di 4 punti percentuali la quota di persone con competenze digitali avanzate nel dominio “Comunicazione e collaborazione” e di quasi 3 punti percentuali nel dominio “Risoluzione di problemi”.

Per capire bene come gli italiani padroneggiano le competenze informatiche abbiamo intervistato Danilo Cimino, laureato in informatica all’Università di Pisa. Dopo aver lavorato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed al CERN di Ginevra, il più grande laboratorio mondiale di fisica delle particelle, nel pieno della pandemia ha creato un blog “Cose di computer”. Il suo progetto creativo è molto seguito perché Danilo con un linguaggio semplice e immediato fornisce valide e preziose informazioni, aneddoti e consigli sul mondo informatico odierno attraverso articoli e video.

Danilo, come gli italiani padroneggiano le competenze informatiche?

Direi abbastanza male. Il divario digitale in Italia è un problema molto serio: secondo i dati ISTAT siamo un paese in cui solo pochissime persone hanno competenze digitali adeguate. E non dipende solo dall’età ma anche da altri fattori socio-economici.

Da diverse ricerche di settore emerge che a possedere maggiori competenze informatiche sono gli adolescenti di oggi. Come si spiega ciò?

I genitori degli adolescenti di oggi sono cresciuti in un mondo in cui tutto veniva fatto su carta. Un mondo “analogico” in cui non c’era un accesso rapido alle informazioni. I loro figli e nipoti hanno da subito avuto in mano uno strumento potentissimo. Non so se ci si renda conto di quanto l’avere in tasca un oggetto a cui puoi chiedere qualunque cosa tu voglia, nel bene e nel male, abbia impattato sulle nostre vite! I più giovani sono, banalmente, più abituati alla tecnologia.

Secondo te questo fenomeno di alfabetizzazione informatica tra le fasce più giovani ha degli effetti positivi?

L’informatica, come tutte le tecnologie, può avere un impatto positivo o negativo a seconda dell’uso che se ne fa. Può avere effetti positivi se usata correttamente e soprattutto consapevolmente. Di certo, l’avere dei giovani alfabetizzati dal punto di vista informatico ha degli enormi vantaggi: la digitalizzazione fa sempre risparmiare tempo e denaro a tutti.

Quanto è importante rendere accessibile alle competenze informatiche anche la popolazione anziana?

Direi che è fondamentale: una popolazione anziana “informatizzata” migliora la vita di tutti i cittadini. Un esempio banale: se tutti gli anziani (perlomeno quelli non troppo “tecnologici”) usassero l’app di Poste Italiane per fare le varie operazioni invece che andare ogni volta di persona allo sportello, magari in auto, quanto carburante si risparmierebbe? Quanto inquinamento si eviterebbe? Ripeto: la digitalizzazione fa sempre risparmiare tempo e denaro a tutti.

Quali sono le metodologie più utilizzate per insegnare le competenze informatiche ai più piccoli?

Non sono un esperto di pedagogia, posso solo dare una risposta basata sulle mie esperienze. Quando mi trovo a spiegare l’informatica ai più piccoli uso sempre termini facili. Funziona tantissimo il raccontare una storia, usare una sorta di narrazione, come se si stesse raccontando una fiaba.

Si parla molto di tutela dei minori quando si parla dell’uso di internet. Quali soni i principali rischi in cui possono incorrere i più piccoli?

I rischi sono tantissimi, molti più di quelli che di solito si immaginano: cyber bullismo, adescamento, furto di immagini sensibili, furto d’identità, esposizione a contenuti inappropriati.

Come e in che misura i genitori possono fornire linee guida e buone pratiche per tutelare i minori contro l’uso smoderato di internet?

Il problema non è l’uso eccessivo di internet, ma l’uso non consapevole. I genitori molto spesso non sono loro stessi consapevoli dei rischi che si possono correre online, di conseguenza non possono dare suggerimenti validi ai propri figli. Le buone pratiche devono essere la conseguenza dell’aver imparato quei pochi (credetemi, non sono molti!) concetti fondamentali per vivere una vita digitale serena e sicura.

Come nasce il progetto del tuo blog molto seguito “Cose di computer”?

Durante la pandemia ho deciso, per tenermi occupato, di cimentarmi nella divulgazione informatica. Ho sempre scritto molto bene e ho pensato che avrei potuto dare un contributo all’abbattimento del divario digitale in Italia. Assieme agli articoli, ho iniziato anche a fare dei video divulgativi, ed anche quelli stanno avendo un discreto successo. Penso che dipenda anche dal fatto che ho studiato teatro per diversi anni.

La più bella soddisfazione provata che curare questo blog ti ha donato sino ad ora…

I complimenti che ormai ricevo quasi ogni giorno. Mi è rimasta impressa una signora che mi ha mandato una mail dicendomi di “aver fatto un figurone” con suo marito. Le era arrivata una mail dalla sua banca, ma grazie ad un mio video ha saputo analizzare correttamente l’indirizzo di provenienza, appurando che non era autentico. Mi sono sentito utile, sapere che quello che faccio migliora davvero la vita delle persone per me non ha prezzo!

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