Sono almeno 50 i migranti dispersi a causa del ribaltamento di una barca a vela avvenuto a circa cento miglia dalla costa della Calabria
. Un mercantile ha soccorso 12 superstiti, poi trasferiti dalla Guardia costiera a Roccella Ionica, dove è stato portato anche il cadavere di una donna. Le ricerche dei dispersi sono in corso, ma finora senza esito.
I migranti erano partiti dalla Turchia e appartenevano a nazionalità irachena, siriana e iraniana. Tra i superstiti c’è anche una donna incinta. La Procura della Repubblica di Locri ha avviato un’indagine per fare luce sull’accaduto.
Nel frattempo, continuano gli sbarchi a Lampedusa: 173 migranti sono arrivati nella notte su tre imbarcazioni soccorse dalle motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Tra loro, 103 persone, inclusi 3 minori, di nazionalità bengalese, sudanese, siriana ed egiziana, provenienti dal porto di Zawia in Libia.
Una tragedia si è consumata anche al largo di Lampedusa, dove sono stati trovati dieci cadaveri nella stiva di una barca in legno. I migranti, forse soffocati dai fumi del carburante, erano tra le 61 persone soccorse dalla ong Resqship. Di queste, 51 sono state portate in salvo, mentre due erano prive di sensi e altre dieci sono state trovate senza vita nella parte inferiore dello scafo. Il veliero Nadir di Resqship era a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali, e ha continuato a monitorare il mare fino alla tragica scoperta.
Il giorno precedente, Resqship aveva ricevuto una segnalazione da Alarm Phone riguardo un altro barcone in pericolo con 62 persone a bordo, poi affidate alla Guardia costiera. La situazione nel Mediterraneo centrale continua a essere drammatica, con vite umane costantemente a rischio e soccorsi sempre più difficili da coordinare