I negoziatori di popolari, socialisti e liberali hanno raggiunto un accordo sulle nomine per i “top jobs” dell’Unione Europea, in vista del vertice del 27 e 28 giugno.
Ursula von der Leyen rimarrà alla guida della Commissione Europea, António Costa presiederà il Consiglio Europeo e Kaja Kallas sarà il nuovo Alto Rappresentante.
La premier italiana Giorgia Meloni, inizialmente esclusa dalle trattative, sarà contattata direttamente da von der Leyen per discutere il suo sostegno alla candidatura di quest’ultima alla presidenza della Commissione. Meloni ha espresso la volontà di ottenere una vicepresidenza di peso in cambio del suo appoggio.
In Parlamento Europeo, socialisti e liberali hanno posto una pre-condizione al PPE: nessun accordo con le destre, inclusi i Fratelli d’Italia. Anche se il Parlamento decide autonomamente il proprio presidente, l’accordo prevede la ricandidatura di Roberta Metsola del PPE, con una possibile staffetta con i socialisti nella seconda metà del mandato.
Una delle questioni ancora aperte riguarda la presidenza del Consiglio Europeo. I popolari rivendicano per sé la seconda metà del mandato di due anni e mezzo, una posizione contrastata dai socialisti che vorrebbero l’intero periodo per Costa. La provenienza merkeliana di von der Leyen, nonostante la sua appartenenza ai popolari, la colloca in una posizione di mediazione tra le diverse fazioni.
L’accordo raggiunto dai negoziatori dovrà essere confermato dai 27 capi di Stato e di governo al vertice di giovedì e venerdì. Per la designazione del presidente della Commissione Europea, è richiesta una maggioranza qualificata rafforzata (20 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione europea), impedendo a singoli leader di esercitare il veto. Viktor Orbán ha già espresso la sua contrarietà alla riconferma di von der Leyen, accusando l’accordo di favorire la divisione invece dell’inclusione.
Von der Leyen dovrà ottenere almeno 361 voti su 720 nel Parlamento Europeo. Anche se popolari, socialisti e liberali contano insieme 399 deputati, ci sono timori di possibili franchi tiratori. Un accordo con i Verdi Europei appare improbabile, data la richiesta di popolari e liberali di una revisione del Green Deal, inaccettabile per i verdi. Se von der Leyen e Meloni raggiungeranno un’intesa, è possibile che i 24 deputati dei Fratelli d’Italia votino la fiducia al nuovo esecutivo europeo.
Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, ha sottolineato l’importanza dell’agenda del Consiglio Europeo, che oltre alle nomine, deve affrontare temi cruciali come la competitività economica, la difesa, la migrazione e l’Agenda strategica. Fitto ha evidenziato anche i progressi in politica estera, in particolare riguardo all’Ucraina e al Medio Oriente, grazie al recente vertice del G7 presieduto da Giorgia Meloni.