Italia fanalino di coda nel mercato delle auto elettriche: il rapporto Unrae.

L’Italia continua a registrare gravi ritardi nel mercato delle auto elettriche rispetto agli altri principali Paesi europei. Secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), il nostro Paese occupa l’ultima posizione tra i cinque maggiori mercati europei per quota di veicoli elettrificati (ECV). Nel mese di novembre 2024, la quota complessiva di mercato delle ECV si attesta all’8,4%, con solo il 5,3% per le auto completamente elettriche (BEV) e il 3,1% per le ibride plug-in (PHEV). Dati altrettanto deludenti emergono nel periodo gennaio-novembre 2024, con una quota totale del 7,4% (BEV 4,1% e PHEV 3,3%).

Una crisi che va oltre il Green Deal

Il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali, ha voluto chiarire che attribuire la crisi del settore automobilistico esclusivamente al Green Deal è un errore. “La flessione della produzione di autovetture nei principali mercati europei è una tendenza che si osserva da oltre vent’anni, ben prima dell’introduzione delle normative legate al Green Deal. Lo stesso vale per il mercato nordamericano, che non è soggetto a queste regole”, ha dichiarato Cardinali.

Il vero problema, secondo Cardinali, è l’assenza di una visione strategica e di politiche coerenti che avrebbero dovuto accompagnare la transizione energetica. Questo ha portato a un mercato disorientato e poco preparato, rallentando non solo la decarbonizzazione, ma anche il percorso verso la sostenibilità economica e sociale del settore.

L’impatto delle politiche italiane

L’Italia, più di altri Paesi, paga le conseguenze di un atteggiamento politico “ondivago”. Secondo il rapporto Unrae, la mancanza di una linea chiara ha disorientato consumatori e operatori del settore, rallentando la transizione energetica. Questo ha avuto effetti negativi sul percorso di riduzione delle emissioni di CO2, invertendo il trend di decarbonizzazione.

Con una media di emissioni ancora più alta rispetto a quella europea, l’Italia rischia di non raggiungere l’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2025-29, mettendo a rischio anche i target futuri. Questo espone le case automobilistiche al pericolo di sanzioni significative, stimate dall’Acea in 15 miliardi di euro solo per il 2025.

La necessità di politiche correttive

“Non si può sanzionare il venditore se l’acquirente non compra ciò che è stato prodotto,” ha sottolineato Cardinali, riferendosi alla responsabilità condivisa tra industria e consumatori. Per evitare un ulteriore collasso del settore e garantire il successo degli investimenti già effettuati nella transizione energetica, è indispensabile intervenire sulle normative previste per il 2025. Tra le proposte avanzate dall’Unrae c’è quella di cancellare le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi, consentendo alle case automobilistiche di adattarsi gradualmente alle nuove dinamiche di mercato.

Prospettive future

Il rapporto Unrae invita il governo italiano a intraprendere azioni decise per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, ridurre le incertezze normative e fornire un quadro chiaro e stabile per gli investitori e i consumatori. Solo così l’Italia potrà recuperare il ritardo accumulato e contribuire efficacemente alla transizione energetica europea, trasformando una crisi in opportunità per il rilancio del settore.