La complessità umana e il destino immutabile. Intervista a Luca Attrattivo

Mi piace pensare che certi incontri tra persone apparentemente diverse siano dettate dal Destino.

Mi piacciono tanto le letture che parlano di questa tematica e il nuovo romanzo di Luca Attrattivo, “Cimicefarfalle” edito da Bookabook parla proprio di un incontro particolare che genera una relazione pericolosa e socialmente non approvata, quella tra il professore quarantenne Diego Bracelli e la ventenne Clara Moro.

Tra i due si instaura una relazione clandestina densa di passione e coinvolgimento nonostante le differenze di età e la decisione di Diego di nascondere questa frequentazione per paura del giudizio della gente. Sa che questo rapporto non è in linea con i propri ideali e insegnamenti ma nonostante ciò lo vive con morbosità a tal punto che ad un certo punto Clara spronata dalla sua amica Marzia, comincerà a preoccuparsi della piega che il rapporto prenderà.

In questo libro “presente” e “passato” si contaminano per presentare al lettore una visione multisfaccettata delle vicende e del vissuto di Diego Baracelli insieme all’interazione di tanti personaggi secondari anch’essi ben delineati.

In questo romanzo Luca Attrattivo attraverso il personaggio complesso e misterioso del professor Diego Bracelli mette a nudo l’animo umano con tutte le sue piccolezze, contraddizioni, ambiguità, paure e ossessioni. Quella narrata è una storia piena di dolore e solitudine ma che vale pena esplorare e che terrà incollato il lettore sino alle ultime pagine dove ci sarà un grande colpo di scena che farà rivalutare le vicende narrate sotto un nuovo punto di osservazione stravolgendo tutto. Una lettura struggente per niente scontata, profonda e intimistica che ci fa riflettere su come siamo “piccoli” di fronte al destino immutabile.

In questa intervista esclusiva lo scrittore Luca Attrattivo ci parla del suo libro rivelandoci molte curiosità.

Luca, partiamo dall’origine, come nasce l’ispirazione per scrivere questa storia che affronta tante tematiche esistenziali?

Grazie Mariangela. A questa domanda potrei rispondere che questa storia non la percepisco come di mia invenzione. L’idea mi è arrivata come una folgorazione, e io mi sono preoccupato solo di tracciarne i capisaldi prima che svanisse. Poi sulla costruzione della trama c’è di certo stato un lavoro, ho partecipato per un anno intero alla “Bottega di narrazione” diretta da Giulio Mozzi e lì molti aspetti sono stati rifiniti. Ma l’idea, il tema e il nodo centrale del romanzo insomma, non saprei spiegare come mi siano arrivati.       

Tra il professore Diego Bracelli e la studentessa Clara Moro, nonostante le differenze d’età si instaura un rapporto denso di passione inevitabile come se fosse dettato dal Destino. Ci credi a questi incontri dettati dal Destino? Qual è il loro ruolo e significato secondo te?

Non credo in un destino immutabile e imprescindibile. Credo però che nelle relazioni tra esseri umani esistano dinamiche invisibili, vere e proprie forme di energia, che orientano l’orizzonte degli eventi verso una certa inclinazione. Clara e Diego sono destinati? In qualche modo sì, ma al contempo sono e sarebbero liberi in ogni momenti di scartare dalla traiettoria pericolosa che a un certo punto prende la loro relazione.

Clara in effetti ci prova…

Ilpersonaggio di Diego è complesso e ben delineato psicologicamente. Da dove nasce questo interesse nei confronti della mente umana che emerge dalla tua scrittura?

La complessità della mente umana e la complessità delle relazioni tra le persone (e i personaggi), sono il punto cardine del mio interesse.

La mia attività di professionista sanitario (sono fisioterapista) per forza di cose mi porta a incrociare le persone a un livello ben di sotto la superficie. L’empatia che è necessaria per svolgere un certo tipo di lavoro è di certo in parte scritta nella propria struttura di personalità, ma va anche allenata, alimentata. E per conoscere l’altro occorre ben conoscere se stessi. È socratico, non invento certo nulla di nuovo, ma scrivere la storia di Diego Bracelli e Clara Moro è stato soprattutto un viaggio all’interno della mia visione della vita.      

Mano a mano che il lettore legge il tuo libro, passato e presente si contaminano tra loro. Il passato inevitabilmente ha influenzato le scelte di vita di Diego. “Spesso ci indebitiamo con il futuro per pagare i debiti con il passato.” scrive il poeta e filosofo libanese  Khalil Gibran. Tu cosa ne pensi?

Sono d’accordo. Come dicevo prima lo scarto da certe traiettorie è possibile; ma è assai difficile e statisticamente improbabile.

Oltre ai protagonisti Diego e Clara nel tuo libro ci sono una serie di personaggi secondari che rivestono un ruolo importante per ricostruire la vita del professor Diego Bracelli. C’è un personaggio al quale sei particolarmente affezionato e perché?

Senza dubbio Vincenzo, che ha la voce e i tratti caratteriali di mio suocero, mancato mentre scrivevo il libro. Io credo che Vincenzo sia, insieme a Zappalà, il meno “colpevole” tra i personaggi del romanzo.

Tutti: Diego, Clara, Umberto, il Dr Fontanella, l’infermiere Mario, etc, sono come toccati dal tarlo dell’equivoco, o dell’inganno, nel loro modo di rapportarsi agli altri e al mondo. 

Vincenzo e Zappalà pure sono a volte grotteschi, ma sono i più genuini, quelli meno capaci di azioni a doppio fine.       

Cosa significa per te scrivere storie?

Niente più e niente meno che un atto di bricolage.

Scrivere per me è montare e smontare le idee per costruire qualcosa che abbia più o meno un senso, o una qualche utilità, o perlomeno una bella forma. Per farlo si usano gli strumenti di cui si è in possesso, e qualora gli strumenti in possesso non fossero sufficienti, si cerca di acquisirne di nuovi tramite lo studio (come del resto ho fatto).

A chi consigli la lettura del tuo libro?

A chiunque abbia voglia di spingersi sotto la superficie delle apparenze. Mi rendo conto che, me l’hanno confermato i numerosi feedback finora ricevuti, che il mio sia un libro per certi versi doloroso e con poca speranza.

Lo riconosco, ma credo anche che questa sia una storia potente, che merita di essere considerata.  

Progetti futuri….

Ho un romanzo sul calcio di provincia (da rivedere) salvato sul PC. Per ora non mi piace tantissimo, non so che ne farò.

Vorrei riscrivere per intero i primi due romanzi che ho pubblicato (le idee erano buone, ma la mia scrittura troppo immatura e, credo, francamente brutta).

Scrivo racconti ogni tanto, ma non ho mai pensato di pubblicarli.

Aspetto sì, qualche folgorazione come “Cimicefarfalle”, ma questo, ripeto, non dipende da me.