In questa intervista la scrittrice Angela Giordano ci racconta il suo esordio letterario con “Storie di precariato sentimentale e altri abbagli” edito da Rossini.
Scopriamo insieme com’è nata la sua passione per la scrittura e da dove trae origine la delicata tematica che affronta nel suo libro e nel quale il lettore potrà facilmente immedesimarsi.
Angela, come e quando è nata la tua passione per il mondo della scrittura?
È sempre stata una passione insita dentro di me e che poi ho fatto emergere nel tempo. È tutto cominciato con l’abitudine di lasciare messaggi di carta sul tavolo, liste della spesa in stampatello, brevi comunicazioni di servizio con le quali interagivo con i miei famigliari. Ho sempre sentito l’esigenza di mettere nero su bianco quello che anima la mia mente. Se non lo faccio è come se vivessi a metà.
Cosa significa per te scrivere?
Scrivere una storia è un atto politico potente e necessario.
“Storie di precariato sentimentale e altri abbagli è il tuo romanzo di esordio nella narrativa. Cosa ha rappresentato per te?
La firma è responsabilità. Ogni lavoro ne richiede, ma la firma mette la parte segreta e profonda di te a contatto con il mondo esterno, e questa è la parte difficile, che riesci a gestire solo se pensi di stare facendo qualcosa di buono e magari, di utile.
Nel tuo romanzo affronti la tematica del precariato sentimentale. È possibile parlare ancora di “l’amore vero” al giorno d’oggi?
L’amore vero esiste ancora secondo me. È solo una combinazione di elevata complessità. È diverso dal volere bene ad una persona. È qualcosa di grande in grado di elevarci come esseri umani e vale la pena sperimentarlo sulla propria pelle nonostante le delusioni che uno inevitabilmente può provare lungo il proprio cammino.
E l’amore incondizionato come quello che Eva prova nei confronti di suo fratello Dario?
È il sentimento che ti mette di fronte all’altro e a te stesso senza riserve, a tuo agio senza sforzo, e che naturalmente ti migliora, facendoti evolvere, andare avanti. Quello che racchiude in sé un progetto. Su tutto, quello per i figli.
Il personaggio di Eva esiste nella realtà di Angela Giordano?
Per delineare il personaggio di Eva mi sono ispirata a mia figlia, e a molte delle mie amiche, ciascuna di esse ha in sé un pezzetto di Eva, la prima donna di cui ho scritto. La gentilezza e il coraggio sono ancora validi segreti del vivere bene, al mondo.
Contrastare il precariato sentimentale è utopia o realtà?
È possibile con un’adeguata educazione ai sentimenti. La si apprende in famiglia, a scuola, in un libro, in un film. È in grado di aiutare ad acquisire uno sguardo nuovo nei confronti del mondo delle emozioni per decodificarle e accettarle come parte del proprio mondo interiore. La consapevolezza di ciò si raggiunge nel tempo, con tenacia, fiducia, introspezione, quindi con uno sguardo al sé e soprattutto al mondo dell’Altro con empatia.
Progetti futuri…
Scrivere, scrivere, scrivere. Non smettere mai di farlo per assecondare la parte più autentica del mio essere che non può fare a meno di esprimersi. Ho tanti personaggi nella mia mente che attendono di emergere e da mettere nero su bianco.