Diabete di tipo 1 e minori, l’importanza della formazione del personale scolastico. Intervista alla Dottoressa  Francesca Franco

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Crescono le famiglie italiane che si trovano a dover affrontare nuove sfide educative insieme ai loro figli

Come la presenza di compagni con il diabete.
Oltre alla formazione del personale scolastico, i genitori svolgono un ruolo chiave nel fornire risposte corrette, insegnando rispetto e inclusione. Supportare i propri figli nel comprendere la malattia e la sua gestione quotidiana, non solo aiuta a prevenire fraintendimenti, ma promuove un ambiente scolastico più coeso e accogliente per tutti.
Ne abbiamo discusso con la Dottoressa Francesca Franco, pediatra presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale “Santa Maria Della Misericordia” di Udine.
Dottoressa  Franco com’è la situazione attuale dei bambini e degli adolescenti che si trovano a dovere affrontare il diabete di tipo 1?
In Italia sono oltre 18.000 i bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni con diabete di tipo 1 e, purtroppo, l’incidenza sotto i 6 anni è in aumento. In questo contesto, è fondamentale che coloro che condividono una parte della propria giornata con un ragazzo con diabete -compagni di classe, genitori e personale scolastico-, sappiano quali comportamenti adottare, senza pregiudizi o paure. La conoscenza e il rispetto della sua routine sono cruciali per garantire una vita scolastica serena e senza ostacoli.
Quanto è importante l’autocontrollo per chi ne soffre?
L’autocontrollo della glicemia è alla base della terapia, e i bambini con diabete imparano molto presto a controllare la glicemia e a riconoscere quali siano i valori normali e non. In Italia, oltre il 98% dei pazienti dei pediatri dispone di sensori glicemici e, grazie ai microinfusori di insulina e ai sensori, la gestione della malattia è molto meno invasiva rispetto al passato.
Come viene vissuto il diabete di tipo 1 dai pari in un contesto scolastico?
Quando un bambino o un adolescente con diabete entra a far parte di una classe, non solo i ragazzi, ma anche gli altri genitori e gli insegnanti, si trovano di fronte a una nuova realtà. I ragazzi passano un terzo della loro giornata a scuola e sono molte le ore che trascorrono in un ambiente diverso da quello conosciuto, ossia quello familiare. Il diabete può fare paura se non lo si conosce, ma ci sono consigli pratici che si possono dare tramite le famiglie per aiutare a creare un ambiente inclusivo e di supporto, favorendo una convivenza serena in classe e tra genitori. Conoscere il diabete vuol dire anche conoscerne segni e sintomi d’esordio.
Che ruolo svolge la formazione e l’educazione del personale scolastico nei confronti del diabete di tipo 1?
È fondamentale insegnare ai bambini non solo cosa fare, ma anche cosa non fare in presenza di un compagno con diabete. Capire che la vita con il diabete richiede rispetto per la privacy e per le esigenze mediche del compagno permette di evitare situazioni spiacevoli e contribuisce a creare un ambiente scolastico più inclusivo e sicuro. Per raggiungere tutti questi obiettivi è fondamentale fare formazione ed educazione sul diabete al personale scolastico, auspicando che questo avvenga in tutte le scuole, indipendentemente dalla presenza di bambini con diabete. È compito nostro come professionisti sanitari e delle istituzioni scolastiche lavorare insieme per sensibilizzare sul diabete, sui suoi sintomi e sulla sua gestione. Questo permette un inserimento consapevole e sicuro del bambino con diabete a scuola e un supporto reciproco tra scuola e famiglia.
L’evoluzione tecnologica di device sempre più piccoli e intelligenti si sta rivelando un valido supporto per una migliore gestione del diabete, soprattutto per i più piccoli. Queste tecnologie fondamentali migliorano secondo lei la qualità di vita dei minori con diabete?
Seppur la patologia possa sembrare complessa e far paura, la sua gestione è basata su regole che sono semplici e sicure anche in contesto scolastico, se vi è collaborazione tra le parti e se le semplici indicazioni fornite vengono seguite consapevolmente e senza paura. L’uso dei sensori per il monitoraggio in continuo della glicemia sono sempre più performanti e dotati di allarmi e l’uso dei microinfusori permettono, infatti, adeguamenti terapeutici preventivi con conseguente riduzione degli squilibri ipo e iperglicemici. ll diabete spaventa se non lo si conosce; è nostro compito spiegare e implementare le conoscenze necessarie per gestirlo serenamente, per il bene di tutti i nostri ragazzi.