In una mossa destinata a suscitare forti reazioni internazionali
Il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen ha ordinato alla Israel Electric Corporation di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza. La decisione, annunciata in un videomessaggio, sembra voler aumentare la pressione su Hamas, che detiene ancora 59 ostaggi israeliani.
“Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché tutti gli ostaggi tornino e ci assicureremo che Hamas non sia a Gaza nel ‘giorno dopo’,” ha dichiarato Cohen. La sospensione dell’elettricità è solo l’ultima di una serie di misure adottate da Israele per esercitare pressione sul gruppo militante palestinese.
La decisione di interrompere la fornitura di energia elettrica avrà gravi ripercussioni sulla popolazione civile di Gaza, già provata da anni di conflitto e blocchi. Scuole, ospedali e infrastrutture di base dipendono dall’elettricità, e la mancanza di energia potrebbe aggravare ulteriormente la crisi umanitaria nella regione.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per le conseguenze umanitarie di questa decisione. Organizzazioni umanitarie e politici di vari Paesi hanno già lanciato appelli affinché Israele riconsideri la sua posizione e permetta il ripristino delle forniture energetiche.
La sospensione della fornitura di elettricità a Gaza rappresenta un ulteriore capitolo nella complessa e dolorosa storia del conflitto israelo-palestinese. Mentre Israele cerca di aumentare la pressione su Hamas, la popolazione civile di Gaza continua a pagare il prezzo più alto. La comunità internazionale osserva con apprensione, sperando in una soluzione che possa alleviare le sofferenze dei civili e portare a una pace duratura.