Un cambio di paradigma geopolitico sta emergendo: gli Stati Uniti non sono più considerati il nemico principale della Russia.
Al loro posto, il Regno Unito, guidato dal primo ministro Keir Starmer, è diventato il bersaglio principale delle critiche e delle accuse del Cremlino.
Le decisioni di Starmer, tra cui la formazione di una “coalizione di volenterosi” per sostenere l’Ucraina, hanno alimentato l’irritazione di Mosca, che ora vede Londra come il principale ostacolo ai suoi obiettivi strategici.
Secondo fonti russe, il Cremlino considera il Regno Unito responsabile di “fomentare il caos e la guerra” in Ucraina. La coalizione di Paesi europei e non, promossa da Starmer per garantire la sicurezza di Kiev, è stata definita da Mosca una provocazione che potrebbe portare a un “confronto diretto” con la Russia.
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha accusato Starmer di voler intensificare l’escalation, mentre i media statali russi hanno iniziato a dipingere il Regno Unito come il nuovo nemico numero uno.
Con l’amministrazione Trump che adotta un approccio più conciliante nei confronti di Mosca, gli Stati Uniti sono passati in secondo piano nella narrativa russa. Il presidente Vladimir Putin ha persino elogiato gli sforzi di Trump per una tregua temporanea in Ucraina, paragonandoli a quelli di altri leader mondiali come Xi Jinping e Narendra Modi.
Questo cambiamento di tono riflette una strategia russa volta a dividere l’Occidente, concentrando le sue critiche sul Regno Unito.
Mentre le tensioni geopolitiche continuano a crescere, il cambio di focus della Russia dal nemico storico degli Stati Uniti al Regno Unito segna un momento cruciale nelle relazioni internazionali.
La comunità globale osserva con attenzione, consapevole che questa nuova dinamica potrebbe avere implicazioni significative per la stabilità e la sicurezza mondiale.