Anche il colosso dello streaming lancia la sua risposta al mito (ancora vivente) di Grey’s Anatony. Con Pulse – disponibile su Netflix dal 3 aprile – arriva un nuovo medical drama che affronta tanti e diversi temi legati al mondo del lavoro senza riuscire però a bucare lo schermo. Nonostante sia un prodotto fresco e giovane, non brilla per una storia originale e di grande impatto.
Oggi viviamo nell’epoca dell’usato sicuro e nell’epoca in cui il mondo della serialità non riesce a trovare una nuova identità, dopo la sua golden age – la seconda – finita da tempo. E lo dimostra ciò che sta succedendo con Pulse, nuova serie tv di Netflix che è arrivata in Italia (e dove il servizio è disponibile) dal 3 aprile. Una serie che fin dal primo trailer mostra tutte le sue criticità. È un medical drama e segue, con il fiato corto, tutte le produzioni simili del presente anche del passato. Si cala in un’ottica di grande consolidamento del genere, dopo il successo ventennale di Grey’s Anatomy e la riscoperta di ER – da poco in replica su Warner Tv -. Ma tutto questo non basta perché cavalcare le mode e cercare di inseguire i trend non è sinonimo di qualità e ricercatezza. Bisogna anche avere il coraggio di produrre qualcosa di valido, anche se segue una nicchia. E Pulse non è niente di tutto questo. Balza in vetta alle classifiche di gradimento ma il prodotto in sé non ha un’anima e non ha una vera identità, mostrando fin dal primo episodio tutte le sue latenti criticità. Può essere una mossa per nulla azzardata quella di provare a investire sul medical drama e Netflix, forse, su questo ha avuto un’idea vincente, ma bisogna comunque curare anche la release finale e Pulse non riesce proprio a trovare il suo spazio.
Dilemmi etici e dilemmi amorosi: la trama di Pulse
Ambientata nell’assolata Miami, la serie si focalizza sulle vicende di un rinomato pronto soccorso della città. Il Maguire Trauma Center è un fiore all’occhiello per la bellissima Miami. È un centro universitario dove si formano giovani talenti della medicina e dove, fin da subito, si trovano ad affrontare emergenze di ogni tipo. La vicenda prende le fila durante le fasi più accese di un urgano che si abbatte sulla città e che vede la stella del dottor Phillips finire in panchina a causa di una grave denuncia di comportamenti scorretti sul luogo di lavoro. Rimosso dal suo ruolo, è la dottoressa Danny che prende il suo posto come capo degli specializzandi. Una scelta che fa molto discutere tra il personale. Questo perché, la giovane Danny non solo non ha ancora le qualità per ricoprire il ruolo ma ha dei seri problemi a imporre la sua autorità. La denuncia pende su di lei e lascia molte luci e ombre sulla faccenda dato che, attraverso una lunga serie di flashback, si scopre che il dottor Phillips ha avuto una storia con Danny. E quindi, perché il motivo di quella denuncia?
Non è affatto l’erede di Grey’s Anatomy
Nonostante il ritmo incalzante e le storie moderne e attuali, Pulse non riesce a bucare lo schermo tanto da restare vittima di una narrazione poco incisiva e senza il giusto patos. Pur riflettendo su tutti i lati oscuri del lavoro in un ospedale, non regala nulla di nuovo al genere. Anzi, è come se cercasse di rincorrere meccanismi già abusati senza trovare il giusto modo di intrecciare a se gli eventi. A questo si aggiunge un nutrito cast di personaggi senza spessore. Troppo giovani per risultare convincenti come medici e troppo stereotipati per trovare il modo di farsi strada dal pubblico. La stessa love story tra il dottor Phillips e la dottoressa Danny non ha né capo né coda, mostrando tutti i meccanismi di un “enimies to lovers” senza però approfondire i suoi aspetti più particolari.
Netflix e la difficoltà di produrre una serie degna di nota
Il colosso dello streaming mondiale può anche mantenere ancora il suo primo in fatto di abbonati e di indici di gradimento, ma non sta producendo delle serie (o film) di qualità. Pulse è l’esempio più recente ma sono tanti i contenuti di scarsa qualità che lasciano il tempo che trovano. Si dovrebbe osare di più e la prima serie medica lanciata da Netflix è del tutto sbagliata, nei tempi e anche nella messa in scena. Purtroppo.
