Le Borse europee aprono la settimana in deciso rialzo, cavalcando l’onda lunga delle nuove decisioni commerciali annunciate dall’ex presidente USA Donald Trump, che ha escluso smartphone, semiconduttori e alcuni modelli di PC dai dazi reciproci con la Cina.
Una mossa che ha favorito il recupero dei listini, incluso quello di Wall Street (in salita nei futures), anche se resta sullo sfondo la minaccia di nuovi dazi sui chip in arrivo entro la settimana.
Tra i titoli che hanno beneficiato dell’annuncio c’è StMicroelectronics, che ha chiuso in rialzo del 2,2%, con la doppia quotazione a Parigi (+1,8%) e a Milano (+2%). Tuttavia, proprio l’incertezza legata alla politica commerciale americana ha frenato l’euforia nel settore tecnologico.
Il caos percepito nella politica economica dell’amministrazione statunitense continua intanto a pesare sul dollaro, che ha toccato i minimi degli ultimi sei mesi. Gli investitori guardano ora con crescente attenzione alla Banca Centrale Europea, che giovedì potrebbe tagliare nuovamente i tassi, nella speranza di frenare l’eccessivo rafforzamento dell’euro, che secondo ING è tornato ai livelli più alti dalla nascita dell’Unione monetaria, nel commercio ponderato.
Il listino migliore è quello di Piazza Affari, con il Ftse Mib in crescita del 2%. A trainare Milano è Telecom Italia (Tim), che segna un rialzo del 4,96%: oggi si riunisce il consiglio d’amministrazione in attesa delle firme sul contratto di vendita della controllata Sparkle al Ministero dell’Economia e a Retelit.
Ben comprate anche Saipem (+4%) e Mediobanca (+3,93%), mentre l’ops di Mps (+2,49%) continua a raccogliere adesioni in vista dell’assemblea. Il governo, da parte sua, ha scelto di non esercitare il golden power sul dossier, lasciando campo libero al mercato.
Sul fronte bancario, è arrivato l’ok incondizionato dell’Antitrust tedesco alla salita di Unicredit (+1,99%) in Commerzbank (+2%), una notizia che, pur positiva, non ha generato particolari scossoni nei listini, segnale di un sentiment ancora cauto.
La recente promozione del rating italiano, annunciata venerdì scorso, ha avuto effetti immediati sul mercato obbligazionario. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 2,73%, mentre lo spread con il Bund tedesco è calato a 119,4 punti base, pur restando superiore a quello dei titoli francesi e greci.
Il clima di cauto ottimismo resta però condizionato da variabili geopolitiche e monetarie. Gli occhi sono ora puntati sulla BCE, il cui orientamento nei prossimi giorni sarà decisivo per consolidare la ripresa dei mercati.