

A partire dalla domenica di Pasqua, sono entrate in vigore nuove disposizioni nella Chiesa cattolica riguardo le offerte destinate alle Messe con intenzioni particolari. La decisione, presa dal Dicastero per il Clero con l’approvazione di Papa Francesco, è stata ufficializzata attraverso un decreto volto a correggere alcune consuetudini considerate non conformi.
Il provvedimento nasce con l’obiettivo di «eliminare talune prassi che, abusivamente, si sono verificate in vari luoghi». In particolare, viene fatto riferimento a modalità di raccolta delle offerte e alla gestione delle intenzioni che si sono progressivamente allontanate dal significato originario di questo atto di devozione e partecipazione spirituale.
Il decreto stabilisce criteri più chiari e trasparenti per la celebrazione delle Messe secondo l’intenzione del fedele, riaffermando che ogni offerta deve essere legata a una singola celebrazione e non può essere accumulata o moltiplicata senza una base canonica. Inoltre, si introduce una maggiore vigilanza sull’amministrazione delle offerte, chiedendo ai vescovi e ai parroci un controllo più rigoroso.
Si tratta di un passo importante in direzione di una maggiore sobrietà e autenticità nella vita liturgica della Chiesa, coerente con l’impegno di Papa Francesco per una Chiesa “povera per i poveri”, lontana da ogni forma di mercificazione del sacro.
Il decreto, che entrerà ora a far parte della normativa canonica, rappresenta un richiamo forte al senso autentico della Messa come atto di comunione, e non come “servizio a pagamento”. Le intenzioni offerte dai fedeli rimangono importanti, ma devono inserirsi in un quadro di rispetto, trasparenza e adesione al diritto della Chiesa.