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Roma, 21 aprile 2025 – È terminato oggi il pellegrinaggio terreno di Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio. Si è spento all’età di 88 anni nella quiete discreta di Casa Santa Marta, lasciando la Chiesa e il mondo orfani di una voce che, per dodici anni, ha saputo parlare con la forza della mitezza e con la dolce fermezza del Vangelo.
Tra le infinite immagini che raccontano il suo pontificato, una, più di tutte, resterà incisa nella coscienza del nostro tempo: quella del 27 marzo 2020. Piazza San Pietro, svuotata dal silenzio pandemico, era avvolta dalla pioggia. Il mondo, chiuso nelle case e ferito dalla paura, assisteva in diretta a un gesto di rara potenza simbolica. Un uomo solo, vestito di bianco, avanzava lentamente sotto il cielo plumbeo per pregare, benedire, stringere idealmente ogni essere umano in un abbraccio invisibile ma reale.
Fu in quella solitudine, così assoluta eppure così colma di presenze spirituali, che Papa Francesco rivelò tutta la profondità del suo carisma. “Ci siamo trovati impauriti e smarriti… su una barca in tempesta, tutti fragili e disorientati, ma importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”, disse con voce pacata ma inesorabile dal cuore della piazza.
In quelle parole risuonava la compassione di un padre, l’intelligenza pastorale di un innovatore, la spiritualità di un uomo che ha saputo attraversare il tempo con passo evangelico. Francesco ha rotto i recinti della formalità per farsi prossimo, ha dato volto alla Chiesa povera per i poveri, ha parlato il linguaggio della giustizia e della misericordia con lo stesso tono. Dal centro di piazza San Pietro, si è sempre mostrato mai teatrale, sempre autentico.
Il suo sguardo si è posato sui margini: migranti, detenuti, anziani, lavoratori dimenticati, giovani in ricerca. La sua voce ha attraversato guerre, scandali, pandemie, divisioni, sempre con l’ostinata fede di chi crede che il bene sia più forte del male.
Oggi, che la sua voce si è spenta, resta l’eco profonda di quel passo solitario nella piazza del mondo. Resta il calore semplice, eppure solenne, di un pastore che ha saputo portare sulle spalle l’odore delle sue pecore. Resta la memoria di un Papa che non ha temuto la solitudine, perché vi ha riconosciuto la forma più pura della comunione.
Francesco sarà sepolto, secondo il suo desiderio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo caro al suo cuore mariano. Ma il vero sepolcro sarà il cuore della gente: là dove la sua voce, il suo sorriso, la sua carezza evangelica continueranno a vivere. La piazza in cui Francesco pregò durante la pandemia verrà per sempre ricordata come un luogo di profonda spiritualità, un pezzo intramontabile della storia di Papa Francesco e Piazza San Pietro. Papa Francesco piazza il cuore della sua missione tra la gente e tra i luoghi di Roma. Il ricordo di Papa Francesco sarà per sempre legato a Piazza San Pietro.
