Netanyahu apre a tregua temporanea per ostaggi

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha aperto alla possibilità di una tregua temporanea nella Striscia di Gaza. Tuttavia, l’ha condizionata al rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

In un discorso televisivo, Netanyahu ha confermato che almeno 20 ostaggi sono “certamente vivi”. Ha sottolineato l’importanza di un accordo, possibilmente attraverso una tregua, per la loro liberazione.


La dichiarazione di Netanyahu rappresenta un potenziale spiraglio nei colloqui per il cessate il fuoco. Finora Hamas ha richiesto una tregua permanente, una condizione che Israele ha categoricamente rifiutato.

La posizione israeliana rimane ferma sulla necessità di proseguire le operazioni militari fino al completo disarmo di Hamas e all’esilio dei suoi leader. L’obiettivo finale è smilitarizzare l’intera Striscia di Gaza.


Parallelamente all’apertura sulla tregua, Netanyahu ha ribadito con forza un altro punto cardine della strategia israeliana: “Non vogliamo la crisi umanitaria, ma controlleremo tutta Gaza”.

Questa affermazione sottolinea la duplice intenzione di Israele. Da un lato, desidera evitare un ulteriore deterioramento della già precaria situazione umanitaria nella Striscia. Dall’altro, mira a mantenere il controllo militare sull’intero territorio una volta concluse le operazioni.


La questione degli aiuti umanitari a Gaza continua a essere critica. Nonostante la riapertura del panificio di Deir el-Balah grazie all’ingresso di alcuni camion di aiuti, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie ribadiscono che la quantità di beni che riesce a entrare è una “goccia nell’oceano” rispetto alle vaste necessità della popolazione.

La carestia rimane un rischio concreto, e la comunità internazionale ha più volte sollecitato Israele a facilitare l’ingresso di maggiori quantità di aiuti. Anche Papa Leone XIV ha espresso il suo dolore per la situazione a Gaza, chiedendo di consentire l’ingresso degli aiuti.


Le tensioni rimangono altissime anche sul fronte diplomatico. Le pressioni del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’Unione Europea per la riduzione dei dazi si inseriscono in un quadro globale già complesso. Inoltre, potrebbero avere ripercussioni sulla dinamica del conflitto.


La proposta di Netanyahu di una tregua “temporanea” per gli ostaggi segna un’evoluzione nella retorica israeliana. Tuttavia, il mantenimento del controllo totale su Gaza come obiettivo finale suggerisce che il percorso verso una risoluzione duratura del conflitto rimane arduo e denso di sfide.

Gli occhi della comunità internazionale restano puntati sulla Striscia. C’è speranza che il dialogo possa prevalere e portare alla liberazione degli ostaggi e a una stabilizzazione della regione.