Tra dubbi, incertezze ma tanto entusiasmo, il mito de Il Diavolo veste Prada farà di nuovo capolino al cinema dal primo maggio del 2026. Il celebre film che nel 2006 ha ironizzato sul mondo dell’editoria e della moda, e che ha cristallizzato nel tempo le interpretazioni di Meryl Streep e Anne Hathaway si appresta a tornare nelle sale – ben 20 anni dopo – con il tanto atteso sequel che riporta sul grande schermo tutti (o quasi) gli storici personaggi.
Cinematograficamente parlando viviamo in un’epoca strana, molto complessa, per nulla facile da comprendere. La crisi economica e il proliferare delle piattaforme streaming ha cambiato il modo di fruizione di un film. Tutto è lecito in questa eterna “lotta” tra le diverse case di produzione che faticano a stare a galla in un mondo che cambia troppo in fretta. Proprio per questo motivo, i cult che hanno dominato i box office nel passato ora tornano sul grande schermo in sequel o in reboot, nati con l’idea di conquistare con facilità una buona fetta di nostalgici. Gli esperimenti non sempre funzionano e c’è il rischio di un effetto boomerang. Lo stesso effetto che potrebbe colpire il mito de Il Diavolo veste Prada.
Il film che fu un vero e proprio successo di critica e pubblico quando è arrivato nel 2006 nei cinema di tutto il mondo, nel maggio del 2026 tornerà con un sequel. Non in streaming come hanno riportato alcuni magazine ma sul grande schermo, con l’intenzione di ripetere quanto è avvenuto 20 anni fa. Un’impresa impossibile dato che, per l’appunto, il cinema e tutto il suo universo è cambiato radicalmente nel corso di questi ultimi 20 anni ma c’è chi spera che il film possa regalare lo scossone giusto a tutto il comportato. Nonostante l’entusiasmo, c’è da dire che il progetto in sé è molto pericoloso e c’è il rischio – concentro – di proporre un’immagine sbiadita del mito che è stato. Al momento, però, ci sono solo congetture per poter valutare concretamente il sequel. C’è tanta paura ma c’è anche tanta curiosità di vedere come si adatterà con i tempi di oggi una storia che, di base, ha esaurito tutto il suo potenziale espressivo.
Il Diavolo veste Prada, il mondo del giornalismo 20 anni dopo
Un titolo ufficiale ancora non è stato rivelato, ma c’è da dire che Il Diavolo veste Prada 2 è così tanto atteso che arriverà nelle sale cinematografiche prendendo il posto del nuovo film dedicato agli Avengers della Marvel, la cui uscita è stata posticipata al 28 dicembre del 2026. Una scelta degna di nota che fa intuire quanto la Disney (che è a capo della produzione) sia molto fiduciosa di questo progetto. Il sequel vedrà Miranda Priestly, interpretata da Meryl Streep, alle prese con la crisi dell’editoria tradizionale e della sua storica rivista. La direttrice di “Runway”, alla ricerca di nuovi investimenti pubblicitari, dovrà confrontarsi con Emily Charlton, ex assistente nel 2006 interpretata da Emily Blunt ora dirigente di un potente marchio di lusso.
In una sorta di ribaltamento dei ruoli, sarà proprio la donna a controllare i fondi pubblicitari di cui la rivista ha disperatamente bisogno. Un film che rifletterà, con il suo solito tono sarcastico, su tutto il mondo dell’editoria e della moda e come, nel corso dell’ultimo ventennio, ha mutato i canoni tanto da piegarsi a favore dei social invece che all’editoria tradizionale. Un sequel attuale se lo si guarda da questo punto di vista, che avrà il coraggio di raccontare (e di criticare) il mondo del lavoro e un comparto (quello del giornalismo) che più di tutti ha subito il cambiamento e la crisi economica.

Chi torna e chi va via
Secondo le prime indiscrezioni trapelate dai media americani, Meryl Streep ed Emily Blunt sarebbero confermate nei loro ruoli iconici. Anne Hathaway e Stanley Tucci sono in trattative per tornare rispettivamente nei panni di Andrea Sachs e Nigel Kipling. La regia sarà nuovamente affidata a David Frankel, con Aline Brosh McKenna alla sceneggiatura e Wendy Finerman alla produzione. Scelte che riflettono il proposito di mantenere inalterato il team creativo originale. Il film originale del 2006, tratto dal romanzo di Lauren Weisberger, ha incassato oltre 326 milioni di dollari e ha ottenuto due nomination agli Oscar.
La pellicola è diventata un cult generazionale, grazie anche alle interpretazioni memorabili del cast. Il sequel de Il diavolo veste Prada, per l’appunto, promette di esplorare le dinamiche di potere nel mondo della moda e dell’editoria, riflettendo le sfide contemporanee dell’era digitale. Con il ritorno di personaggi amati e l’introduzione di nuove tensioni, Il Diavolo veste Prada 2 si preannuncia come un evento cinematografico imperdibile e non solo per gli appassionati del primo capitolo.
La vedetta veste Prada, il romanzo che segue la scia del film
In pochi, forse, sono a conoscenza che esiste già un sequel. Non al cinema ma in libreria. Il 4 giugno 2013 è stato pubblicato negli Stati Uniti Revenge Wears Prada: The Devil Returns (La vendetta veste Prada: Il ritorno del diavolo) ambientato dieci anni dopo il fortunato primo capitolo. E la storia racconta la vita di Andy Sachs dopo la sua esperienza a Runaway. Ora è divenuta editore capo di una sua rivista, The Plunge, dedicata ai matrimoni la cui Public Relation è la ex nemesi di Andrea, Emily Charlton (che nel precedente capitolo era l’assistente senior di Miranda), ora sua migliore amica. La protagonista sta organizzando il suo matrimonio con un rampollo di una delle migliori famiglie di Manhattan ma, causa forza maggiore, si incontrerà di nuovo la temuta Miranda Pristley.