Dopo la Puglia, anche l’Emilia-Romagna, un’altra roccaforte del centrosinistra italiano, ha annunciato l’interruzione di ogni relazione istituzionale con il governo di Israele.
La decisione, comunicata dal presidente Michele de Pascale in una lettera indirizzata a giunta e dirigenti regionali, mira a intensificare la pressione internazionale sul governo di Israele e di Benjamin Netanyahu affinché ponga fine al tragico conflitto in corso nella Striscia di Gaza.
Nella sua missiva, de Pascale ha richiesto di sospendere i rapporti “anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso. Questa sospensione è fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato.”
La mossa dell’Emilia-Romagna segue un solco già tracciato da altre amministrazioni. Riflette una crescente preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza.
La regione, che vanta una lunga storia di progetti di cooperazione con realtà israeliane, vedrà ora un’interruzione di questi legami a livello istituzionale. Si pensi che nella precedente legislatura, l’ex governatore Stefano Bonaccini aveva avuto incontri sia con l’ambasciatore israeliano in Italia che con il suo vice.
Dal punto di vista economico, la Regione ha precisato che al momento non ci sono progetti di collaborazione in corso. Conferma quindi che questa interruzione ha principalmente un valore politico e simbolico.
La decisione di de Pascale è stata motivata dalle “gravissime violenze in atto nella Striscia di Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile. Queste violenze sono evidenti dai drammatici eventi degli ultimi giorni a Rafah.”
A ciò si aggiunge il procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questo procedimento ha ulteriormente rafforzato la posizione della Regione.
L’azione dell’Emilia-Romagna si inserisce in un contesto globale di crescente indignazione per la crisi a Gaza. Sottolinea il desiderio di alcune amministrazioni regionali italiane di esprimere una chiara condanna delle violenze e di sollecitare una risoluzione pacifica e il rispetto del diritto internazionale.
