“Il dazio del 30% imposto dagli Stati Uniti su un’ampia gamma di prodotti europei, tra cui molti simboli dell’agroalimentare italiano, rappresenta una misura di fatto punitiva e strategicamente miope. Il provvedimento, aggravato dalla svalutazione del dollaro, rischia di compromettere l’accesso al mercato statunitense. Inoltre, potrebbe tradursi in aumenti significativi dei prezzi per i consumatori americani”. E’ quanto si legge in una nota del Consorzio Italia del Gusto.
“Il Made in Italy agroalimentare è il risultato di filiere industriali avanzate, costruite su qualità, tracciabilità e continuità nei rapporti internazionali. Non si tratta di un settore di nicchia, ma di un sistema che genera occupazione, reputazione e competitività. Questo avviene anche oltre i confini nazionali. Non è in discussione solo l’export italiano – afferma il Consorzio Italia del Gusto – ma un equilibrio economico che ha prodotto valore concreto su entrambe le sponde dell’Atlantico. I nostri prodotti sono parte integrante di una filiera americana che va dalla logistica alla distribuzione. Inoltre, riguarda anche la ristorazione e la cultura alimentare. Rompere questa catena significa danneggiare anche l’economia statunitense”.
Secondo il Consorzio, “gli effetti rischiano di essere amplificati dal contesto macroeconomico: ai dazi si aggiungono i riflessi negativi del cambio. Anche le tensioni sui costi contribuiscono. Per alcuni segmenti chiave, i rincari al consumo potrebbero superare il 40%. Inoltre, potrebbe esserci un rallentamento della domanda e una corsa al ribasso nei canali distributivi. Questo porterebbe a margini ridotti, sostituzione del prodotto originale e diffusione di imitazioni di bassa qualità. A pagarne il prezzo sarebbe l’intero sistema, non solo l’Italia” e per questo il consorzio chiede “che l’Unione Europea agisca con compattezza. Si dovrebbe puntare su un’azione diplomatica solida e su una strategia industriale lucida. Serve una voce autorevole che tuteli le filiere strategiche con realismo e competenza. Il Made in Italy ha costruito la sua forza grazie a trasparenza, innovazione e affidabilità. E’ questa la postura da difendere”.
“Difendere il Made in Italy oggi significa proteggere un’economia reale fatta di imprese, lavoro e visione industriale. Non è solo una questione di export: è una questione di credibilità, di coerenza e di civiltà economica”, conclude Italia del Gusto nel ribadire che “continuerà ad affermare la centralità della qualità italiana sui mercati globali. Inoltre, sosterrà con determinazione le imprese che ogni giorno la rendono possibile. In un tempo che chiede coerenza, non slogan, il Made in Italy merita politiche solide. Queste politiche dovrebbero essere fondate su ciò che il Paese sa esprimere meglio: eccellenza, cultura e fiducia”.
