Piatti golosi e sensi di colpa, come godersi l’estate anche a tavola

Gelato, granite, pranzi in riva al mare, cene improvvisate tra amici. L’estate è, per molti, sinonimo di leggerezza e libertà. È il momento in cui i ritmi rallentano, le giornate si allungano e ci si concede finalmente qualcosa in più, anche a tavola.

Eppure, proprio nei mesi che dovrebbero essere dedicati al relax e al piacere, capita spesso di avvertire un pensiero ricorrente: “Dovrei davvero mangiarlo?” Non è raro, infatti, che il piacere del cibo venga accompagnato da una sottile ma persistente sensazione di senso di colpa, come se un gelato o una porzione di pasta fuori orario potessero mettere in discussione non solo la forma fisica, ma anche il proprio “valore”.

Serenis, piattaforma online per la salute mentale e fisica, si confronta con le sue esperte e fornisce una guida pratica per vivere il cibo in maniera leggera e senza sensi di colpa.


Il cibo come esperienza emotiva, non solo nutrizionale

Durante l’estate, l’alimentazione tende a seguire logiche più istintive e conviviali: si mangia più spesso fuori casa, si interrompono le routine, si sperimentano sapori nuovi. Eppure, questo spazio di libertà può trasformarsi in un terreno fertile per l’autocritica.

“L’alimentazione è profondamente connessa alla sfera emotiva e l’estate, con la sua maggiore esposizione sociale e i cambiamenti di abitudini, può far emergere fragilità e insicurezze”, spiega la Psicoterapeuta e Direttrice della Formazione in Serenis, Dott.ssa Martina Migliore. “Molte persone tendono a vivere il cibo come un metro di misura della propria autodisciplina. Concedersi qualcosa di “non previsto” può far emergere emozioni come ansia, colpa o inadeguatezza, minando il benessere mentale”.

La chiave, sottolineano gli esperti, è rivedere il modo in cui interpretiamo ciò che mangiamo. Il cibo non è una prova da superare, né una debolezza da contenere: è parte della nostra quotidianità, ma anche della nostra felicità.

Il punto di vista della nutrizione: ascolto e flessibilità

Mangiare con consapevolezza non significa essere rigidi. Lo ricorda anche la Biologa e Nutrizionista di Serenis, Dott.ssa Milena Frontini, che invita a uscire dalla logica della rinuncia:

“Mangiare con piacere non è un errore. L’idea che si debba sempre “compensare” qualcosa che si è mangiato è una narrazione molto diffusa, ma dannosa. In realtà, la salute – fisica e mentale – si costruisce anche grazie a una relazione equilibrata con il cibo, che include il gusto, la varietà e la libertà di scelta”.

Secondo la nutrizionista, è importante ascoltare i segnali del corpo, ma anche imparare a distinguere tra fame reale e fame emotiva, senza giudicare entrambi come sbagliati: “A volte mangiamo per nutrirci, altre volte per stare meglio. E va bene così: la chiave sta nel riconoscere il bisogno e rispettarlo, con gentilezza”.


5 consigli per vivere il cibo estivo senza sensi di colpa

Ascolta il tuo corpo, non la bilancia
Fame, sazietà, desiderio: sono segnali da accogliere, non da controllare. Imparare ad ascoltarsi è il primo passo per stare bene.

Non esistono cibi “buoni” o “cattivi”
Evita etichette rigide. Ogni alimento può avere un ruolo, anche quello che consideri un “sfizio”.

Concediti il piacere senza giustificazioni
Non è necessario “meritare” un gelato. Mangiare qualcosa di buono è già, di per sé, un bisogno legittimo.

Smetti di pensare al cibo come una ricompensa o una punizione
Un pranzo abbondante non richiede “compensazioni”. Equilibrio significa anche sapere che non serve rimediare, ma accogliere.

Coltiva la gentilezza verso te stessə
Il benessere comincia da come ti parli. Evita i giudizi interiori e ricorda che la libertà è anche nel modo in cui vivi i tuoi desideri.


Un’estate più leggera, anche nella mente

Il messaggio che Serenis vuole diffondere è semplice ma spesso dimenticato: mangiare non deve generare colpa. Concedersi un momento di piacere non dovrebbe mai diventare fonte di disagio. E questo vale ancora di più durante l’estate, una stagione che invita a vivere con più spontaneità, anche a tavola.

Normalizzare il piacere, anche a tavola, è un atto di cura verso sé stessi”, afferma la Dott.ssa Milena Frontini. “La salute mentale passa anche da qui: dal concedersi libertà senza sentirsi in difetto” aggiunge la Dott.ssa Martina Migliore.

Rieducarsi al piacere, recuperare un rapporto più sereno con il cibo, significa anche scegliere di uscire dalla logica del giudizio e accogliere le proprie emozioni. E imparare a farlo non solo durante le vacanze, ma ogni giorno.