“Il rumore dell’acqua. Diario di un’ansiosa” di Anna Melillo. Recensione

Può l’ansia diventare una costante nell’ esistenza di una persona tanto da influenzarla durante le diverse fasi che si ritrova ad affrontare?

L’ansia è una condizione che trae origine da diversi fattori e dinamiche che ci ritroviamo a sperimentare in prima persona. Da “strega” può tramutarsi in “compagna” e persino “alleata” per poter evolvere umanamente parlando. Ne abbiamo piena testimonianza leggendo “Il rumore dell’acqua. Diario di un’ansiosa” di Anna Melillo, edito da Santelli. In questo libro che è una sorta di racconto autobiografico di una vita vissuta con l’ansia a scandirne momenti, le fasi, le conquiste, le sfide, la Melillo con estrema autenticità, senza filtri e fronzoli ci insegna tanto su di essa.

Consapevolezza e accettazione, chiavi di lettura imprescindibili

Questa tematica molto delicata e complessa è narrata con uno stile lineare, quasi romanzata in grado di far entrare il lettore in empatia con le esperienze raccontate. Anna Melillo ci conduce mano nella mano verso un viaggio intimistico e profondo che ci permette di acquisire nuove consapevolezze sull’universo di emozioni e sensazioni che regnano sovrane nella nostra anima.

Consapevolezza e accettazione sono le chiavi di lettura de Il rumore dell’acqua. Questi concetti emergono e fanno riflettere sul senso della nostra esistenza e sul perché l’ansia da “prigione” può tramutarsi in una sorta di segnale da non sottovalutare di fronte al quale non scappare. Essa invita a cambiare per affrontare una volta per tutte le proprie paure, crepe e i famigerati “fantasma del passato”.

Il dolore parte integrante dell’esistenza

“Il dolore è parte integrante dell’esistenza e non abbiamo alcuna colpa per questa sofferenza, se non quella di essere al mondo. La saggezza, la consapevolezza del proprio dolore non si compra da nessuna parte, nessuno ce la può insegnare. Bisogna che ci armiamo di pazienza per camminare su strade che noi stessi o il destino hanno aperto davanti a noi. Quelle strade diventeranno lo strumento necessario per comprendere la vita, godendo malgrado la lacerazione, che ne è parte integrante”: scrive la Melillo ne Il rumore dell’acqua.

Le sue parole, così dirette e veritiere sono un invito a accettare il proprio bagaglio emozionale perché parte integrante della vita in quanto esseri umani. Il dolore e la sofferenza sono inevitabili e anche essi contribuiscono a farci mutare, ad abbracciare a pieno il cambiamento, foriero di quell’evoluzione che un giorno contribuirà a farci sentire sereni e soddisfatti di noi stessi.

Attraverso l’esperienza della Melillo emerge la verità secondo la quale l’ansia ha tanto da rivelarci su noi stessi, sulla nostra infanzia, sulle ferite che ci portiamo dentro o che facciamo finta di ignorare. Più ci autoinganniamo di raggirarla, più essa ci verrà a cercare, non nell’immediato, ma alla prima occasione che sarà capace di innescarla, più forte e potente di prima.

Una tematica narrata con autenticità

Anna Melillo ha avuto modo di sperimentare questa verità in diverse occasioni. Dal suo racconto emerge la sua sete di capire, di conoscere bene la sua “strega” per imparare a gestirla e provare a conviverci con serenità. La sua scelta di raccontare il suo rapporto con l’ansia è un atto di coraggio, di altruismo e autoempatia e generosità verso gli altri. Il suo libro è tutt’altro che autoreferenziale.

È fonte di riflessioni sulla tematica e sarà d’aiuto a chi convive da tempo con la “strega” per sentirsi capito, accolto e meno solo per affrontarla senza apprensione. La Melillo ci infonde forza, coraggio e soprattutto ottimismo per affrontare tutte le tempeste della vita con una marcia in più. Ci invita a volerci bene per quello che siamo davvero comprese le debolezze, fragilità e crepe.

Ogni sfida può diventare un’occasione utile per diventare quello che siamo in piena autenticità e coerenza con le proprie emozioni, sogni, ideali. Una lettura che appassiona una delle prime pagine e che piace perché autentica e scritto da una donna che ha compreso fino in fondo che la felicità non risiede nella perfezione dell’esistenza in quanto solo illusoria e che non ci è permesso avere su di essa alcuna forma di controllo.

Guarda il mio reel sul libro

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