Era stato dichiarato estinto in natura, relegato a un ricordo nei registri della biodiversità perduta.
Eppure oggi, l’Ara di Spix (Cyanopsitta spixii), il celebre pappagallo blu reso famoso dal film “Rio”, sta tornando a volare libero nella sua terra d’origine: la Caatinga brasiliana.
Una rinascita attesa da decenni
Negli anni’90, la distruzione dell’habitat e il bracconaggio avevano portato questa specie sull’orlo dell’oblio. Nel 2000, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ne dichiarò l’estinzione in natura. Ma la storia dell’Ara di Spix non si è conclusa lì.
Grazie a un ambizioso progetto internazionale di conservazione, otto esemplari allevati in cattività sono stati reintrodotti nella Caatinga, una regione semi-arida del nord-est del Brasile. Il rilascio è avvenuto nello stato di Bahia, dove gli uccelli hanno iniziato a esplorare, nutrirsi di piante autoctone e interagire con altre specie locali come gli Ara di Illiger.
Oltre la reintroduzione: un ecosistema da ricostruire
Il progetto non si limita alla salvaguardia dell’Ara di Spix. Include infatti anche: il ripristino dell’habitat, la creazione di riserve protette e l’educazione ambientale, coinvolgendo migliaia di studenti locali in programmi didattici e attività sul campo.
Questa sinergia tra scienza, comunità e istituzioni ha dato vita a un modello virtuoso di conservazione, dimostrando che il destino di una specie può essere riscritto.
Un simbolo globale di speranza
L’Ara di Spix è diventato un emblema della resilienza della natura e della forza della collaborazione. Il suo ritorno non è solo una vittoria per la biodiversità, ma anche un messaggio potente: la natura può rinascere, se scegliamo di difenderla.

