Un gruppo di ricercatori di Stanford e dell’Arc Institute ha compiuto un passo epocale nella biotecnologia: grazie a un modello generativo di intelligenza artificiale, sono riusciti a progettare da zero il genoma di virus completamente nuovi, inesistenti in natura, ma perfettamente funzionanti.
Il punto di partenza è stato il fago ΦX174, il primo virus il cui genoma fu sequenziato nel 1977.
L’IA ha generato varianti genomiche che condividono solo parzialmente l’identità con l’originale, codificando proteine diverse.
I virus sintetizzati sono stati testati in laboratorio e si sono dimostrati capaci di infettare e uccidere batteri, inclusi ceppi resistenti agli antibiotici.
Questa non è semplice ingegneria genetica: è la prova che l’IA può rispettare vincoli biologici complessi — come l’ordine dei geni, la temporizzazione dell’espressione e i segnali regolativi — per creare un sistema vivente coerente.
Implicazioni positive
Si apre la strada a una terapia fagica di precisione, con virus progettati su misura per combattere batteri resistenti.
I fagi possono essere combinati in cocktail e aggiornati rapidamente, superando la lentezza della ricerca di fagi naturali.
Potrebbe nascere un’industria biotecnologica basata su virus sintetici per la medicina personalizzata.
Il lato oscuro
La capacità di progettare genomi funzionanti implica anche la possibilità di creare virus più complessi e potenzialmente pericolosi.
Se questa tecnologia finisse in mani sbagliate, le conseguenze potrebbero essere gravi.
Per questo, molti esperti chiedono controlli rigorosi sulla sintesi del DNA, monitoraggio dei modelli IA e protocolli di sicurezza multilivello nei laboratori.