Il legale dell’ex pm di Pavia attacca: “Basta processi mediatici, si rispetti la memoria di Chiara Poggi”
Nel contesto del caso Garlasco, l’equazione Venditti corrotto uguale Stasi innocente e Sempio colpevole è un’eresia giuridica, una blasfemia. Dobbiamo tornare a rispettare le regole del processo penale.
Così l’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari nell’inchiesta legata all’omicidio di Chiara Poggi. Secondo l’accusa, nel 2017 Venditti avrebbe favorito l’archiviazione di Andrea Sempio, oggi di nuovo indagato, in cambio di una somma tra i 20 e i 30mila euro.
“Processo senza prove, solo sospetti e illazioni”
Durante un incontro con la stampa, Aiello ha denunciato un’inchiesta “basata sul nulla”:
“Quel pizzino non è stato trascritto integralmente nel decreto. Mancano righe, mancano elementi chiave. È un deserto indiziario: si cerca di costruire un’accusa su prove inesistenti.”
Il legale ha poi spiegato che Venditti, al momento del sequestro di cellulare e computer, aveva già fornito le password:
“Si è opposto solo quando si è sentito dire ‘non abbiamo i criteri di estrazione dei dati, diamo uno sguardo generale’. Questo non è possibile in Italia. Non si può iscrivere un magistrato nel registro sperando di trovarci qualcosa dopo.”
“Non si può distruggere chi crede alla condanna di Stasi”
Aiello difende l’operato di Venditti e di altri magistrati che avevano condiviso l’archiviazione del 2017:
“Non possiamo colpire chi ha avuto lo stesso convincimento. Ci sono altri giudici e procuratori che hanno firmato provvedimenti simili: sono corrotti anche loro?”
Il legale cita i provvedimenti del giudice Lambertucci, della Corte d’Appello di Brescia e della Cassazione, sottolineando che Venditti “non si è mai fermato a una sola relazione, ma ha approfondito, sentito testimoni, ordinato intercettazioni e richiesto perizie genetiche”.
“Chiara Poggi merita pace, non un processo infinito”
Il difensore dell’ex magistrato invita a mettere fine alla spettacolarizzazione del caso:
“C’è una volontà di riscrivere la storia del delitto di Garlasco, ma così si colpisce chiunque creda alla condanna di Alberto Stasi. Non possiamo devastare ancora la mamma e la memoria di Chiara Poggi.”
E conclude con un appello:
“Sono passati diciotto anni. La madre di Chiara ha perso una figlia e non ha ancora pace. Quando potrà tornare a respirare?”
