Un aiuto ancora inaccessibile: il 73% delle persone con disabilità rinuncia al supporto psicologico

Serenis, centro medico online per il benessere mentale e fisico, e FISH, Federazione Italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie, hanno pubblicato i risultati di una survey condotta per conoscere i bisogni delle persone con disabilità, con l’obiettivo di facilitare il loro percorso di inclusione, benessere e supporto psicologico

La prima parte della survey, rivolta esclusivamente alle persone con disabilità, ha rivelato un’ampia familiarità con il concetto di terapia psicologica: l’88.5% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne sentito parlare. Sebbene le risposte mostrino una forte consapevolezza, l’adozione pratica rimane estremamente contenuta: meno della metà dei rispondenti ha usufruito di sessioni di terapia in presenza (37.3%) o online (33.3%), mentre oltre un quinto del campione (pari al 20.9%) ha espresso la volontà di iniziare un percorso terapeutico ma non l’ha ancora fatto. Un dato che evidenzia un bisogno ancora inespresso e la necessità di potenziare l’accessibilità dei servizi

L’interesse per il benessere mentale c’è, ma l’accesso rimane un problema

Quasi un quarto delle persone con disabilità intervistate (25.4%) ha affermato di aver rinunciato a iniziare un percorso di terapia psicologica a causa di barriere fisiche, logistiche, comunicative o culturali, con un impatto notevole sulle decisioni legate al benessere e alla salute mentale.

Il sondaggio ha evidenziato come la principale barriera d’accesso sia il costo economico, citato dal 73% dei rispondenti, suggerendo come, nonostante l’interesse, la sostenibilità finanziaria del percorso terapeutico resti un ostacolo insormontabile per molti. Gli altri importanti ostacoli consistono nell’indisponibilità nel proprio territorio di psicoterapeuti con competenze specifiche sulla disabilità (27.9%). la distanza fisica dagli studi terapeutici (22.6%) e la scarsa informazione sulle opzioni disponibili (16.4%).

La terapia online come alternativa flessibile alle barriere di accesso.

Le risposte alla survey mostrano una notevole fiducia nei confronti della terapia online ritenendola un’alternativa che ben si adatta alle esigenze personali (orari, modalità di comunicazione e supporti accessibili). Le caratteristiche più importanti di un servizio online individuate dalle persone con disabilità che hanno risposto al sondaggio sono: la specializzazione dei terapeuti, l’usabilità della piattaforma e costi più accessibili. Infatti, se è vero che il 48.1% reputa fondamentale la facilità d’uso di queste piattaforme, più del 50% dei rispondenti dichiara di cercare professionisti con esperienza specifica nella disabilità, un dato che sale al 58.7%  quando si chiede l’importanza di tale competenza.

“I dati che emergono dalla survey dimostrano come la terapia online sia considerata, a tutti gli effetti, un’opportunità per superare le barriere territoriali e logistiche, a condizione che venga erogata in modo accessibile da professionisti altamente specializzati – commenta Daniele Francescon, Co-Founder e General Manager di Serenis A riprova di questo, il fatto che il 66.7% degli intervistati ritenga che l’integrazione della terapia online nel sistema sanitario e nella rete associativa dei pazienti possa migliorare decisamente il proprio benessere psicologico”.

Caregiver e supporto psicologico

La sezione del sondaggio dedicata ai caregiver rivela un’urgente necessità di supporto: circa la metà dei rispondenti (43%) ritiene che il supporto psicologico fornito non sia adeguatamente offerto o accessibile. Un segnale chiaro, che viene confermato dal fatto che il 50.4% dei caregiver, pur non avendo mai usufruito di un servizio di psicoterapia online, dichiara di volerlo provare. Per quanto riguarda le modalità, le sedute individuali sono le più preferite, scelte dal 67.2% dei caregiver, che riflettono la necessità di uno spazio privato e personalizzato in cui affrontare le sfide quotidiane e sottolineando l’importanza di un supporto diretto e non mediato.

“Per le persone con disabilità, il benessere psicologico è fondamentale, così come la consapevolezza dell’importanza dell’accesso al supporto psicologico. Ciò non è, però, sempre possibile a causa di barriere reali: il costo della terapia e la carenza di specialisti. È un bisogno forte che si scontra con una realtà di scarsa accessibilità. Per questo la FISH si impegna attivamente a promuovere soluzioni che garantiscano a tutti e a tutte il diritto a una buona salute mentale”, dichiara Vincenzo Falabella, Presidente della FISH.

“Troppo spesso, parlando di caregiver, si pensa solo a persone che si “prendono cura di” e sfugge completamente che anche i caregiver stessi avrebbero, anzi, hanno necessità di avere qualcuno vicino o semplicemente sapere che ci sia qualcuno che si possa prendere cura di loro – sottolinea Stefania Stellino, caregiver e coordinatrice del Gruppo scuola della FISH – Si pensa ai caregiver come persone forti, degli eroi da ammirare, senza considerarli nella loro fragile umanità. Non è sufficiente un “come stai?” di convenienza. La differenza la fa il saper ed il voler davvero ascoltare senza giudicare, lasciandosi pervadere dalle emozioni: compatire nel senso etimologico del termine, cum patior, soffrire insieme, comprendere!”

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