Usa: Casa Bianca vieta accesso giornalisti in alcune aeree della West Wing

Negli USA, dopo il Pentagono anche la Casa Bianca vieta l’accesso dei giornalisti in alcune aree della West Wing. Questa è una mossa giustificata con motivi di sicurezza. Tuttavia, molti la considerano come parte di una più ampia strategia dell’amministrazione Trump per limitare i media. Secondo quanto annunciato, i giornalisti accreditati non potranno più entrare nella cosidetta “Upper Press”. Questa è la zona dove si trovano i vertici dello staff di comunicazione della Casa Bianca, la portavoce Karoline Leavitt e il direttore della comunicazione, Steven Cheung.

La Casa Bianca afferma che questa decisione è stata presa a seguito di “recenti cambiamenti strutturali”. Questi riguardano il lavoro del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Infatti, ora “in modo regolare opera con materiale sensibile” nella parte ora chiusa alla stampa della West Wing. Negli USA, “per proteggere questo materiale, i membri della stampa non possono più avere accesso alla Stanza senza una specifica autorizzazione”, si legge nel memo diffuso ieri. In esso viene chiamata con il nome ufficiale l’Upper Press. Qui tradizionalmente i giornalisti hanno avuto finora libero accesso per raccogliere notizie e parlare con i membri dello staff presidenziale. 

In effetti Trump non è il primo a chiudere l’Upper Press. Nel 1993 tentò di farlo negli USA anche Bill Clinton, ma poi dovette fare marcia indietro di fronte all’alzata di scudi dei media. Anche in questo caso è arrivata subito la protesta della White House Correspondents’ Association. “Le nuove restrizioni limitano la capacità dei media di fare domande ai funzionari, garantire la trasparenza e la responsabilità del governo. È a detrimento del pubblico americano”, ha scritto la presidente Weijia Jiang. Negli USA, su X Cheung ha replicato che sono stati scoperti giornalisti a “ascoltare, registrare video e audio di nascosto” nell’ufficio, senza fornire però dettagli o prove. “I giornalisti potranno prendere un appuntamento per venire a parlare con noi”, ha concluso.

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