Stati Uniti: La proposta di cronologia social di 5 Anni per i turisti ESTA, Un nuovo istacolo per i viaggi?




Gli Stati Uniti stanno valutando un inasprimento significativo dei controlli di frontiera per i viaggiatori internazionali, in particolare per coloro che rientrano nel Visa Waiver Program e utilizzano l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization) per soggiorni fino a 90 giorni.

Una proposta avanzata dalla U.S. Customs and Border Protection (CBP) e supportata dall’amministrazione di Donald Trump, mira a rendere obbligatoria la divulgazione della cronologia sui social media degli ultimi cinque anni.

Cos’è l’ESTA e Chi Riguarda la Misura?
L’ESTA è un sistema di autorizzazione elettronica che permette ai cittadini di 42 Paesi (tra cui l’Italia e la maggior parte delle nazioni europee) di viaggiare negli Stati Uniti per turismo o affari senza la necessità di un visto. La proposta di modifica riguarda proprio questa procedura semplificata legata all’amministrazione di Trump.

Attualmente, il modulo ESTA chiede già, in via opzionale, di fornire gli handle dei propri profili social. La nuova misura trasformerebbe questa richiesta in un requisito obbligatorio. Inoltre, estenderebbe la ricerca all’attività online passata in modo retroattivo fino a cinque anni sotto l’egida dell’amministrazione Trump.

La stretta sui controlli digitali va ben oltre i soli social media. Secondo l’avviso pubblicato nel Federal Register, la proposta prevede di raccogliere una vasta gamma di dati personali aggiuntivi. Ciò renderebbe la domanda ESTA un esercizio di raccolta dati molto più invasivo:
Cronologia Social Media: Nomi utente per i profili sui social media utilizzati negli ultimi cinque anni (Facebook, Instagram, X/Twitter, LinkedIn, ecc.).
Contatti: Numeri di telefono personali e di lavoro usati negli ultimi cinque anni.
Email: Indirizzi email personali e di lavoro usati negli ultimi dieci anni.

Potenziale richiesta di dati biometrici aggiuntivi come scansioni dell’iride e DNA (quando “fattibile”), anche se ciò non riguarderebbe direttamente la sezione ESTA.

L’obiettivo dichiarato del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) è rafforzare i controlli di sicurezza nazionale. In linea con la politica di controllo migratorio restrittiva dell’amministrazione Trump, si intende identificare potenziali minacce.

La proposta ha sollevato forti preoccupazioni da parte di gruppi per i diritti civili, esperti di tecnologia e l’industria del turismo:

Molti critici sostengono che richiedere la cronologia digitale degli ultimi cinque anni costituisca un’intrusione eccessiva nella vita privata. Inoltre, potrebbe scoraggiare la libertà di espressione online, spingendo gli utenti all’auto-censura.

Il massiccio volume di dati da analizzare (oltre 14 milioni di viaggiatori ESTA all’anno) potrebbe sovraccaricare le agenzie governative. Potrebbe portare a un drastico aumento dei tempi di attesa per l’approvazione ESTA.

Mancano ancora dettagli su come le autorità analizzeranno effettivamente questi dati. Inoltre, i criteri per negare un’autorizzazione restano incerti, creando incertezza per i viaggiatori.

Una delle implicazioni più significative è l’impatto sui Mondiali di Calcio del 2026, che saranno ospitati congiuntamente da Stati Uniti, Canada e Messico.

Centinaia di migliaia, se non milioni, di tifosi provenienti da Paesi esenti da visto (molti dei quali europei) si recheranno negli USA per l’evento. Se la misura dovesse entrare in vigore in tempo (la finestra per i commenti pubblici è limitata e l’implementazione potrebbe seguire rapidamente), ci si potrebbero aspettare conseguenze su vasta scala:

Il 2026 vedrà un picco di viaggiatori ESTA, mettendo a dura prova il sistema di revisione già rallentato dalle nuove procedure di controllo introdotte sotto l’amministrazione Trump.

Il rischio di ritardi nell’approvazione ESTA, o addirittura di negazioni basate su criteri poco chiari legati all’attività social, potrebbe creare seri problemi logistici e disagi per i tifosi che hanno già acquistato biglietti e prenotato voli/alloggi.

La proposta è attualmente in una fase di consultazione pubblica di 60 giorni.

Successivamente, l’amministrazione valuterà i commenti prima di decidere l’implementazione finale. Se approvata, la misura rappresenterebbe un’escalation significativa nei controlli di sicurezza. Ciò altererebbe in modo sostanziale l’esperienza di viaggio per i cittadini dei Paesi Visa Waiver, inclusi gli italiani, diretti negli Stati Uniti.