Il 30 dicembre 1959 nasce Antonio “Tony” Pappano, uno dei più grandi direttori d’orchestra della storia.
La sua vita da expat
Vive prima a Londra, dove i genitori, emigrati di origini italiane, lavorano nel campo della ristorazione e si trasferisce poi nel 1973 negli Stati Uniti con la sua famiglia. Grazie al padre, cantante, amante dell’opera lirica e grande appassionato di Puccini, che come secondo lavoro si occupa di fare lezioni private di canto, Antonio si avvicina alla musica e inizia a studiare pianoforte. Già adolescente dimostra brillanti capacità nel fare il pianista accompagnatore per gli allievi di papà. Studia privatamente, fuori da qualsiasi istituzione e senza mai conseguire alcun diploma di conservatorio. Inizia gradualmente importanti collaborazioni con l’Opera di Chicago inizialmente per accompagnare i cantati per poi ottenere l’incarico di assistente ai direttori ospiti del teatro.
Importanti traguardi
Nel 1981 parte la collaborazione con la New York City Opera, nel 1990 debutta all’Opera di Oslo come direttore d’orchestra; diviene il direttore più giovane della Royal Opera House di Londra e dal 2005 è il Direttore Musicale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dopo Chung Myung-whun. Dirige abitualmente la London Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, la Berlin Philharmonic Orchestra.
Riconoscimenti
Nel 2008 è nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, per poi divenire nel 2012 Cavaliere di Gran Croce. Nello stesso anno viene eletto Knight Bachelor dalla regina Elisabetta II. Nel 2013 riceve l’International Opera Awards e a partire dall’autunno 2023 diverrà il direttore principale della London Symphony Orchestra dopo Simon Rattle.
Tecnica e comunicazione
Il suo gesto energico e chiarissimo è energia pura, e sono sue le qualità del saper tenere insieme le parti del discorso musicale, del cantare quando è richiesto, dell’alternare opportunamente i chiaroscuri senza eccedere in ridondanze. Efficace nell’approfondire il discorso, nel dosare le dinamiche esaltando le parti di un’opera senza mai perdere il quadro d’insieme. Come direbbe Leonard Bernstein “la tecnica è comunicazione: le due parole sono sinonimi, per i direttori d’orchestra”.